Myspace è stato il primo social network a diffondersi capillarmente, un vero e proprio fenomeno di costume che, negli ultimi tre anni, ha contribuito a lanciare il web 2.0 e cambiare la promozione in ambito musicale, con la possibilità per qualunque artista di rendere disponibili le proprie canzoni per gli utenti della community. Eppure, in questi ultimi mesi sta attraversando un periodo di crisi : alcuni dei vecchi utenti hanno abbandonato le pagine di Myspace per aprire un account sul rivale Facebook, che stravince in quanto a popolarità e appeal. Bebo e Twitter attirano gli internauti più giovani e snob, mentre anche alcuni membri importanti dello staff dirigenziale stanno facendo i bagagli per migrare altrove. Tre manager di spicco hanno già abbandonato gli uffici del social network, mentre alcune indiscrezioni danno Chris DeWolfe (uno dei co-fondatori) per partente , forse per evitare di assistere al tracollo della sua creazione. Negli ultimi trenta giorni, il traffico su Myspace è stato la metà di quello fatto registrare da Facebook (un anno fa il dato li vedeva alla pari). Nonostante questo, 124 milioni di ingressi unici al mese restano una cifra di tutto rispetto , e Myspace comanda ancora il mercato americano del social networking. Ma le voci che danno DeWolfe e il collega Tom Anderson in partenza entro il prossimo ottobre sembrano essere sintomo principe di una ritirata strategica. I tempi in cui Rupert Murdoch acquistò il sito, nel 2005, a soli dodici mesi dalla sua creazione e per 580 milioni di dollari, sembrano lontani. L’eco di Myspace è sempre meno profondo, mentre le ‘facce da libro’ aumentano. Alti e bassi del social networking, forse l’ultima grande bolla dell’economia informatica.
MySpace perde i pezzi e gli utenti

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