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Nativi digitali, la minoranza che conta

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Si dà quasi sempre per scontato che tutti i giovani nati a ridosso del 2000 siano digitalmente colti e in grado di padroneggiare il web in tutte le sue sfaccettature, ma non è così. Solo il 30% dei giovani del mondo, infatti, sono considerati veri e propri nativi digitali . Lo dice lo studio svolto dall’Unione internazionale delle comunicazioni in collaborazione con il Georgia Institute of Technology , per la prima volta ha sviluppato un modello in grado di calcolare a livello globale la dimensione e la distribuzione della popolazione nata sotto il segno di internet. Il rapporto si pone l’obiettivo di misurare la ‘società dell’informazione’. Per nativi digitali si intendono i giovani tra i 15 e i 24 anni, con almeno cinque di esperienza online: sulla base dei dati disponibili a dicembre 2012, appartengono alla categoria 363 milioni di persone, ovvero il 5,2% della popolazione terrestre e il 30% della fascia under25 . Una minoranza che diventa davvero significativa in Europa, dove il 79,1% dei giovani può essere definito completamente digitalizzato, mentre nei paesi in via di sviluppo si scende al 22,8% (con l’Africa intera bloccata al 9,2%). La nazione con gli under25 più all’avanguardia è la Corea del Sud (99,6% di nativi digitali), mentre all’ultimo posto si trova Timor Est (0,6%).  L’Italia staziona in 78esima posizione  (su 180), con oltre 4 milioni di nativi digitali (67,8% dei 15-24enni, il 6,7% della popolazione). La mediocrità del presente si spiega anche con lo scarso dinamismo tecnologico dei giovani nostrani, che dovranno guidare il mondo digitalizzato di domani.

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