L’Ue chiede trasparenza ma non regolamenta la gestione del traffico internet da parte degli operatori. Che potrebbero così fare dei privilegi. Secondo focus della Commissione europea sulla neutralità della rete e secondo nulla di fatto. L’Ue ha ufficialmente deciso di utilizzare la mano morbida per ciò che concerne la gestione del traffico da parte dei singoli operatori e non ha aggiunto regole a quelle che entreran- no in vigore a partire dal 25 maggio. Le norme in questione impongono agli operatori di essere trasparenti sugli eventuali limiti applicati alla diffusione dei servizi come VoIp, peer to peer o videostreaming. Questi servizi sono talvolta penalizzati con la scusa di dover riservare banda per mantenere alta la qualità degli altri servizi. La Commissione, secondo quanto comunicato questa settimana, si pone solo come osservatore esterno e tirerà le somme in un secondo momento. Nessuna imposizione a priori per chi dà la connettività dunque, e la possibilità di agire secondo le proprie priorità commerciali e non. Si pensi solo alla possibilità che un fornitore di contenuti chieda a un operatore un canale prioritario, previo pagamento, e lo ottenga. Si andrebbe incontro così a un mercato frammentato, all’interno del quale i diversi operatori sono legati ad altrettanti content provider, e la Commissione europea, se lo ritenesse necessario, dovrebbe intervenire a posteriori, con tutte le difficoltà che ne conseguono. La speranza è che vista la delicatezza della materia, gli operatori si regolino autonomamente.
Neutralità della rete: la mano morbida dell’Unione europea

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