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NOMI NUOVI PER LE RADIO

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Le emittenti locali che copiano il nome di quelle nazionali dovranno cambiarlo.Molte le emittenti, anche di grande ascolto, che dovranno trovare un nuovo marchio.Rivoluzione nel mondo delle radio locali che ‘copiano’ o si rifanno al nome di quelle nazionali. La Corte Costituzionale ha ribadito la costituzionalità della norma del 1999 secondo cui le emittenti radiotelevisive locali non possono utilizzare né diffondere un marchio, una denominazione o una testata identificativi che richiamino in tutto o in parte quelli di una emittente nazionale. Una sentenza, quella della Corte Costituzionale, che fa chiarezza sui marchi e anche nel sistema di rilevazione degli ascolti radiofonici dal quale dipendono gli investimenti pubblicitari. L’indagine Audiradio infatti chiede agli intervistati se ha ascoltato questa o quella emittente: facile, quindi, che nomi simili vengano scambiati. Già nel 2000-2001 Rtl dovette adeguarsi alla norma chiudendo gli esperimenti locali di Rtl Milano, Bologna, Roma, Napoli e altre città. Ora dovranno adeguarsi, ad esempio, anche Kiss Kiss Napoli, Radio dimensione suono 2 e Radio Italia Anni ‘60. Quali sono le alternative delle radio? “Possono cambiare nome pubblicizzando il cambiamento direttamente sulle loro frequenze – spiega Felice Lioy, presidente di Audiradio -, passare alle frequenze nazionali da cui sono state generate oppure concordare altre soluzioni con l’autorità”. Da parte sua, Audiradio “si adeguerà senz’altro e subito alla sentenza man mano che ci arriveranno i pronunciamenti sulle singole emittenti. Quelle che non esisteranno più saranno tolte dal campione, mentre quelle nuove saranno inserite”.

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