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“Non dimentichiamo i bambini di Newtown” (The Washington Post)

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Lo scorso venerdì, un ragazzo di vent’anni è entrato in una scuola elementare di Newtown, nel Connecticut, e ha ucciso ventotto persone. Armato di due pistole, Adam Lanza ha fatto una carneficina. “28 morti, di cui 20 bambini: l’America piange le vittime di Newtown”, titolava poche ore dopo Le Monde, racchiudendo in poche parole l’accaduto. La strage ha riaperto ferite mai del tutto rimarginate negli Usa: “Le reazioni alla sparatoria scuotono l’America delle corporazioni”, dice The New York Times, imputando all’industria delle armi la responsabilità indiretta della tragedia. “Obama mette alle strette la lobby delle armi”, azzarda The Wall Street Journal, ipotizzando serie contromisure governative alla diffusione di fucili e pistole. Il primo passo potrebbe essere il bando alla vendita delle armi d’assalto, ma il problema è culturale, e chiama in causa la stessa identità a stelle e strisce. Intanto, “gli scolari di Newton sono senza scuola”, scrive El Pais, e la cittadina americana affronta “un lutto incredibile”, come riporta Le Figaro. L’auspicio di molti è quello di un editoriale di The Washington Post nel cui incipit si legge: “Non dimenticate i bambini di Newtown”. Sembra rivolto a politici, lobbisti e semplici cittadini.

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