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Nuovo dizionario dei neologismi: da berluscofobo a veltrolandia

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Il vocabolario della lingua italiana viene sempre più arricchito di parole che sono il frutto della lingua un po’ meno accademica e sempre più forgiata dai fatti di tutti i giorni. Personaggi ed eventi contribuiscono a tale arricchimento in maniera piuttosto bizzarra. Così, il presidente Berlusconi , può vantare il fatto di aver creato 20 parole nuove, come ad esempio berluschese che definisce il ‘modo di comunicare la politica promosso da Silvio Berlusconi’, oppure  berluscofobo, berlusconeide, berlusconite e altre ancora. Il segretario del Pd Walter Veltroni non è da meno e da vita a termini quali veltrolandia, ossia ‘mondo sognato e vagheggiato da Walter Veltroni’, ma anche veltronata, veltrones, veltronizzare e  addirittura veltrusconismo: ‘tendenza determinata dal reciproco avvicinamento delle scelte politiche di Walter Veltroni e Silvio Berlusconi’ Compaiono anche Massimo D’Alema con dalemista, Francesco Rutelli con rutellata, rutellismo e rutelliano, Gianfranco Fini con finiano, ma anche Tremonti con tremontiano, tremontismo, Tremonti-dipendente, Tremonti-pensiero. In campo sportivo citiamo un ricordo del match Italia-Francia con zidaniata, mentre per le signore alla moda esistono termini quali etno-chic e botulinata, per finire con gli arabi e le kebabberie vendute dai kebabbari. Il nuovo volume di neologismi (edizione Treccani a cura di Giovanni Adamo e Valeria Della Valle) riporta 4.163 nuovi vocaboli prodotti negli ultimi dieci anni. Per quel che riguarda la stampa, compaiono nel dizionario 10.132 citazioni giornalistiche. Altri vocaboli rispecchiano inoltre altri casi particolari come, per restare sempre i tema politico, debertinottizzazione, oppure cocacolonnizzazione, o ancora attapirante e pippobaudiano. Il commento di Valeria Della Valle: “ Qui non si tratta di vocaboli trasmessi oralmente, ma di nuovi usi che hanno avuto una consacrazione e un’ufficializzazione attraverso i testi scritti. L’italiano ha una circolazione ridotta e avrebbe potuto correre il rischio di essere sommerso dall’inglese. Invece, per fortuna, riesce non  solo a mantenere le posizioni di ricchezza espressiva ma addirittura è in grado di accrescerle. Queste parole nuove testimoniano lo sviluppo e i bisogni conoscitivi e narrativi di una società. Diventano, insomma, una fotografia della nostra epoca ”.

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