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Obama tenta la riforma Nsa

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“So che in questo tempo di cambiamenti, gli Stati Uniti devono essere al comando. Nessuno si aspetta che la Cina conduca un dibattito aperto sui propri sistemi di sorveglianza, o che la Russia prenda in considerazione le preoccupazioni sulla privacy dei cittadini” . Ecco il presidente Obama nel corso del suo discorso sui cambiamenti introdotti nella gestione delle intercettazioni globali dopo lo scandalo del Datagate : il tentativo è quello di mettere gli Usa alla guida di un dibattito mondiale sui nuovi diritti digitali, dopo essere stati messi sul banco degli imputati per via delle rivelazioni di Snowden sul sistema di sorveglianza globale gestito dalla Nsa .  Una delle conseguenze del Datagate è stata quella di fornire argomenti a coloro che contestano l’attuale governance di internet, nella quale soggetti statunitensi, pubblici e privati, sono dominanti. “ In quanto nazione che ha sviluppato internet, il mondo si aspetta che assicuriamo che la rivoluzione digitale sia un mezzo per l’affermazione individuale invece che un sistema di controllo governativo ”, ha infatti sottolineato Obama nell’annunciare la nuova direttiva presidenziale che definisce il modo in cui la Nsa e il resto dell’intelligence americana dovranno condurre le proprie attività di spionaggio elettronico.  Obama ha inoltre chiesto al suo consigliere speciale John Podesta di guidare un gruppo incaricato di rivedere le questioni relative a big data e privacy, con il compito di “ vedere come le sfide del big data sono affrontate dal settore pubblico e da quello privato; se è possibile stabilire norme internazionali per gestire questi dati; e come possiamo continuare a promuovere la libera circolazione dell’informazione in modi che tengano conto delle esigenze della privacy e della sicurezza”.  Rispondendo alla critiche provenienti dalla stesse corporation statunitensi che si sono sentite danneggiate dalle rivelazioni sulla loro collaborazione con la Nsa, il presidente ha affermato: “Le sfide alla nostra privacy non vengono solo dal governo. Le corporation di ogni tipo e dimensione tracciano quello che comprate, conservano e analizzano i nostri dati e li usano per scopi commerciali. Ma tutti noi comprendiamo che gli standard per la sorveglianza governativa devono essere molto più stringenti”. In questo modo il presidente americano tenta di dare una risposta alle preoccupazioni dell’opinione pubblica anche internazionale circa la minaccia alla privacy rappresentata dalle attività di raccolta di massa effettuata dalla National security agency, così come al risentimento di paesi alleati e amici, rimasti scottati dall’apprendere come le loro comunicazioni fossero spiate dal grande fratello a stelle e strisce. La nuova legge Ppd-28 stabilisce che la raccolta massiccia di dati “non pubblicamente disponibili ” per mezzo dello spionaggio elettronico è possibile solamente se per rispondere a 6 diverse tipologie di minacce: spionaggio e altre attività da parte di potenze straniere o dei loro servizi di intelligence contro gli Stati Uniti e i loro interessi; minacce terroristiche; proliferazione di armi di distruzione di massa; cyber security; minacce alle Forze armate statunitensi o alleate o ad altro personale statunitense e alleato; crimini transnazionali, inclusi “finanza illecita e violazione di sanzioni”.  “In nessun caso – si precisa – la raccolta di dati di intelligence elettronica può essere usata per sopprimere critiche e dissenso; discriminare persone in base alla loro etnia, razza, genere, orientamento sessuale o religione; conseguire un vantaggio competitivo a favore di compagnie statunitensi e settori commerciali americani”. Questo ultimo punto è ribadito in un altro paragrafo della direttiva dove si afferma che “ la raccolta di informazioni private commerciali di soggetti stranieri o di segreti commerciali è autorizzata solo per proteggere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti o dei suoi partner e alleati. Non sono autorizzate attività di intelligence o di controspionaggio per raccogliere informazioni di questo tipo al fine di ottenere un vantaggio competitivo a favore di compagnie e settori commerciali statunitensi”.  Sul piano interno, Obama ha annunciato una revisione della raccolta dei dati telefonici che non verranno più conservati dalla Nsa, ma affidati alle stesse società di telecomunicazioni oppure a un soggetto terzo da definire. La direttiva stabilisce inoltre che entro un anno la comunità di intelligence dovrà fornire al presidente un rapporto su come c reare software per acquisire informazioni su obiettivi specifici invece che procedere alla raccolta massiccia di dati. Se da un lato si profilano delle limitazioni nella raccolta dei metadati, dall’altro Obama promette che Washington non spierà più le comunicazioni dei leader di Stati alleati e amici . Diversi commentatori hanno però osservato che non vengono definiti chi siano questi “ alleati e amici” , oppure il fatto che il presidente non abbia detto nulla riguardo alla raccolta dati da altre forme di comunicazione, come ad esempio le e-mail, all’interno degli Stati Uniti. Le reazioni dei governi alleati e amici sono state finora alquanto tiepide, soprattutto nella Germania del cancelliere Merkel, ancora scottata dal fatto che la Nsa intercettava il suo cellulare privato. Il governo di Berlino ha cercato, finora senza successo, di stipulare con Washington un accordo di non-spionaggio reciproco. Lo stesso Obama, intervistato dalla Zdf, ha candidamente ribadito che “ le nostre agenzie di intelligence, come quelle tedesche e tutte le altre, continueranno a interessarsi alle intenzioni degli altri governi, e questo non cambierà”.  L’annunciata riforma di Obama è stata accolta da critiche anche da parte dei difensori dei diritti alla privacy e dalle stesse corporation, che dal presidente si aspettavano una revisione delle pratiche della Nsa volte a indebolire i sistemi crittografici commerciali e lo sfruttamento delle falle non ancora rese pubbliche in questi e in altri prodotti informatici. Tale sfruttamento a fini spionistici crea danni commerciali alle aziende a stelle e strisce. La delusione aleggia soprattutto perché Obama ha recepito solo una piccola parte delle 46 raccomandazioni proposte da un’apposita commissione incaricata dallo stesso presidente di rivedere la policy dello spionaggio elettronico di massa, tanto da far dire ai più critici che siamo di fronte solo a cambiamenti “ cosmetici ”, mentre la raccolta dati continuerà come prima.

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