di Giorgio Bellocci Tracce di comunicazione politica a distanza di quasi tre mesi dalle elezioni. Il Pd prova a barcamenarsi tra la contestazione della base e il ruolo governativo a seconda dei volti che frequentano i talk: per ora la maggior parte di essi è impegnata a dare importanza a una presunta svolta impressa del neo segretario Epifani. Molto più interessanti le performance dei contestatori Civati e Cofferati (riemerso in tv dopo un lungo periodo di assenza) che idealmente lanciano quello che dovrebbe essere il vero anno zero del partito, vale a dire il congresso di autunno. E nei prossimi mesi attendiamoci dunque strategie comunicative dei ” meglio fichi del bigoncio ” nel rapporto con i media, che concorreranno alla elezione del nuovo segretario. Renzi e Barca su tutti. Se il Movimento 5 Stelle rimane aggrappato all’enorme carisma di Grillo (che secondo felice prassi invade il piccolo schermo senza bisogno di accettare inviti), il Pdl insiste nella scellerata linea di gettare in mischia le sue Erinni. Ancora si sentono nell’aria echi delle sghignazzate suscitate da Daniela Santanché nello studio di Servizio pubblico lo scorso giovedì, quando in pieno arrampicamento sugli specchi per giustificare il Grande Capo che frequenta prostitute si è inventata un ruolo da provocatrice d’accatto (con allusioni sessuali). Che dire poi di Lara Comi? Si sussurra che le sue stesse colleghe di partito si domandino il perché di tanta visibilità. Pronuncia e look da ragazza di provincia (status legittimamente rivendicato con orgoglio), si incunea dentro a temi più grandi di lei lasciando sovente quel senso di incompiuto, se non di disinformazione. Come quando ha attaccato Umberto Ambrosoli per essersi assentato dalle commemorazioni della Regione Lombardia per la scomparsa di Andreotti. Lara nostra ovviamente non sapeva delle infelici dichiarazioni del “divo” Giulio riguardo alla morte di Giorgio Ambrosoli… Congelata la Biancofiore, imprigionata dentro al ruolo di sottosegretario e dalla strepitosa parodia di Virginia Raffaele, rimane come ultimo appiglio Mara Carfagna. E’ bella e elegante (ok, valori non proprio fondamentali si dirà…), ma soprattutto è migliorata tantissimo rispetto alle prime apparizioni. Non si barcamena dentro a temi che non conosce, è preparata su quelli che l’hanno vista coinvolta come ministro (diritti delle coppie omosessuali, tutela delle pari opportunità, violenza sulle donne, ecc.) e non è mai astiosa verso i conduttori e gli ospiti degli altri partiti. Un esempio di come i luoghi comuni possono essere spazzati via.
Pdl, in tv meglio la Carfagna che le Erinni

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