Secondo il governo cinese nessuno è stato arrestato per aver espresso la propria opinione online, i cinesi hanno libero accesso alla rete e i siti internet bloccati perché dannosi sono pochissimi. Per gli ex-dirigenti del Partito comunista e per le organizzazioni umanitarie gli arresti di cyberdissidenti sono tra 50 e 60. A essi avrebbero contribuito aziende statunitensi come Yahoo, Google e Microsoft fornendo alla Cina le informazioni informatiche necessarie per la loro identificazione. Il Congresso Usa ha apertamente accusato i colossi internet di connivenza con il governo cinese, sostenendo che finora hanno avuto un atteggiamento riprovevole