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Più ordine nell’etere

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L’Italia ancora nel mirino della Ue per motivi televisivi. L’Italia ancora nel mirino della Ue per motivi televisivi. Una sentenza della Corte di giustizia per le frequenze Tv dà torto a Mediaset e ragione a Europa 7  Secondo i giudici della Corte di giustizia europea del Lussemburgo il regime italiano di assegnazione delle frequenze per le attività di trasmissione radiotelevisiva “è contrario al diritto comunitario”. Per la Corte “non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati”. La sentenza si riferisce a una causa intentata da Centro Europa 7. Nel 1999 aveva ottenuto l’autorizzazione a trasmettere a livello nazionale in tecnica analogica, ma non ha mai ottenuto le frequenze. “La sentenza conferma la giustezza della procedura d’infrazione da noi aperta – ha commentato Martin Selmayr, portavoce della commissaria Ue alle Tlc Viviane Reding -. Speriamo che la sentenza rafforzi il principio di non discriminazione e trasparenza del sistema di assegnazione. Noi da tempo chiediamo un sistema giusto e non discriminatorio”. Francesco Di Stefano, patron di Europa 7, è “soddisfatto” della sentenza “che non lascia spazio ad alcun dubbio”. Di Stefano afferma che la sentenza non si riferisce “a una domanda di risarcimento danni proposta da Europa 7 contro lo Stato italiano” come sostiene Mediaset in una nota , ma che “si riferisce invece alle frequenze”. Il numero uno di Europa 7 aggiunge: ”Ora la palla passa al Consiglio di Stato ma, è ormai chiaro, ci devono dare le frequenze come era lampante sin dal primo momento ed è francamente allucinante e grottesco tutto quello che è accaduto”. 

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