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Polemiche su Google Street View per la privacy

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Fioccano le polemiche a pochi giorni dal lancio del nuovo servizio di Google. Inapplicabile in Italia, ma un esempio fin troppo eloquente della potenza raggiunta dalla società e dei limiti che dobbiamo imporre alla tecnologia. Non durerà a lungo Street view , il nuovo servizio di Google che permette di vedere nel dettaglio cosa accade in ogni luogo della città. Il sistema permette di scendere virtualmente in mezzo a una strada e passeggiarvi, vedendo nel dettaglio vetrine, auto e anche le persone che vi camminano. Le immagini non vengono aggiornate in tempo reale, ma è evidente che gli scatti imbarazzanti per molti motivi saranno migliaia dovesse diffondersi il servizio. Ma prevediamo che così non sarà. Google Street view è attivo da qualche giorno e copre le città statunitensi di New York, San Francisco, Las Vegas, Denver e Miami. E’ evidente che il problema della privacy è fortissimo. Sul web possono finire immagini che ci riguardano a nostra insaputa mentre stiamo facendo cose che non vorremmo rendere pubbliche. Non necessariamente scabrose. Semplicemente, uscire con un pacchetto da un negozio può rovinare una sorpresa di compleanno. Da qui in poi l privacy scompare affogata in milioni di scatti che negli Stati Uniti formalmente non possono essere impediti. Il diritto di cronaca negli USa è un diritto pubblico, nei luoghi accessibili a tutti chiunque può scattare foto e farne. Più o meno quello che vuole. Google assicura che su richiesta degli interessati le foto che non sono gradite possono essere tolte, ma è evidente che si tratta di un paliativo. Scommettiamo sulla chiusura o radicale revisione di Google Street View nel giro di breve tempo, ma quello che pù fa impressione sono altre cose. E cioè la possibilità che si dimostra concreta, attuale e tangibile di controllare nel dettaglio quello che accade ovunque. E’ evidente che un servizio come questo non può coprire l’intero pianeta e avere aggiornamenti in tempo reale, ma un grande impresa come Google supera la potenza dei servizi segreti statunitensi. L’elaborazione delle immagini ai fini di sicurezza si basa sui satelliti e su telecamere a terra inserite in un network. Ma per vedere miliardi di immagini servono persone, e anche per raccoglierle, tante persone, più di quante ne siano disponibile. E pe la loro archiviazione de elaborazione servono computer immensi, capacità di memoria incredibili ecc. Oggi solo una organizzazione dispone di tutto questo, e non è la Cia, ma Google. Lungi da noi l’idea di demonizzare il colosso che attraverso ‘indicizzazione del web ha reso la cultura e le informazioni alla portata di tutti. Ma lo stesso Google ora ci mostra la frontiera da non oltrepassare. Per quanto possa essere potente la nostra tecnologia e grandi le nostre risorse, non tutto deve essere consentito, sui diritti delle persone alla nostra privacy deve intervenire il legislatore in modo chiaro e severo. Va detto che in Italia Google Street Views non potrebbe esistere. Chi acquisisce immagini a fini provati ne deve informare i soggetti che vengono ripresi. Ma le conquiste ottenute a beneficio di tutti alle oltre saltano davanti a interessi economici prepotenti o in nome di un malinteso liberismo o diritto alla sicurezza. Sarà insomma difficile che in Italia ci sia una signora che riconosce il suo gatto alla finestra finito sul servizio di Google, o che signorine inferocite protestino per la visione della loro biancheria intima immortalata mentre salgono in motorino.

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