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Prima udienza per Zaki, da 19 mesi in custodia preventiva in Egitto

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Prima udienza per Patrick Zaki che si è conclusa il 14 settembre con una durata di cinque minuti. Lo studente egiziano è in carcere preventivo da 19 mesi, da quando fu arrestato all’arrivo nell’aeroporto del Cairo. Contro di lui accuse riguardo ad alcuni suoi scritti in difesa della comunità di cristiani copti in Egitto. La prossima udienza è fissata per il 28 settembre

Prima udienza per Zaki: processo aggiornato a fine settembre

A Mansoura, città natale di Patrick Zakisi è svolta la prima udienza del processo a suo carico. Le incriminazioni contro lo studente egiziano sono “diffusione di notizie false dentro e fuori il paese”. Non si parla più dei post su Facebook che il ragazzo ha sempre disconosciuto. Lo scritto per cui è sotto accusa risale al 2019 in cui criticava il governo per il trattamento riservato alla comunità cristiana copta, di cui anche la sua famiglia fa parte. La prima udienza è durata solamente cinque minuti e Zaki ha messo in evidenza di essere stato detenuto per un periodo preventivo superiore a quello previsto dalla legge per i reati di cui è accusato adesso. I capi di imputazione originari di “rovesciamento del regime” e “crimine terroristico”  che comporterebbero fino a 25 anni di carcere sarebbero decaduti.

L’arresto

Patrick Zaki stava svolgendo un Master presso l’Università di Bologna quando è stato arrestato all’aeroporto del Cairo nel febbraio 2020. Durante la sua detenzione è stato torturato, picchiato e minacciato verbalmente oltre che costretto a vivere in condizioni degradanti. Inoltre gli furono negati contatti con l’esterno e le visite dei famigliari. 

La cittadinanza italiana

In Italia l’opinione pubblica si sta mobilitando per conferire a Patrick Zaki la cittadinanza italiana. Sia la Camera sia il Senato hanno approvato mozioni al riguardo, ma finora il governo non ha preso una decisione. “Io credo che in questo momento serva la massima attenzione da parte di tutte le diplomazie, dell’Europa, dell’Italia, perché è un passaggio molto molto delicato. Noi lo stiamo seguendo con molta trepidazione e poi oggi a sera vedremo cosa è successo”, ha commentato il rettore dell’Università di Bologna Francesco Ubertini. La questione è destinata ad andare avanti almeno fino alla fine di settembre.

 

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