A duello politico ormai concluso si rinnova la sfida a distanza fra il Professore Romano Prodi e il Cavaliere Silvio Berlusconi. Centro nevralgico della questione le intercettazioni telefoniche ai danni dell’ex Presidente del Consiglio pubblicate dal settimanale Panorama , di proprietà del clan Berlusconi. A dividere per l’ennesima volta i due le reazioni al fatto. Silvio Berlusconi ha espresso piena solidarietà nei confronti di Prodi , finito nella morsa delle intercettazioni per la vicenda Italtel per presunti favori ad amici e parenti, e ha colto l’occasione per ribadire la necessità di un intervento del Parlamento per “evitare il perpetuarsi di tali abusi che tanto profondamente incidono sulla vita dei cittadini e sulle libertà fondamentali”. Romano Prodi ha tenuto invece a chiarire che la sua posizione è tutt’altro che contraria alla pratica delle intercettazioni : “”Da parte mia non ho alcuna contrarietà al fatto che tutte le mie telefonate siano rese pubbliche”. ” Non vorrei che l’artificiale creazione di questo caso politico alimentasse il tentativo o la tentazione di dare vita, nel tempo più breve possibile a una legge sulle intercettazioni telefoniche che possa sottrarre alla magistratura uno strumento che in molti casi si è dimostrato indispensabile per portare in luce azioni o accadimenti utili allo svolgimento delle funzioni che le sono proprie. il senatore Pd ed ex procuratore capo di Milano Gerardo D’Ambrosio ha affermato che ”le intercettazioni su Prodi sono state pubblicate per indurre l’opposizione ad accettare l’inaccettabile . La limitazione del campo di applicazione delle intercettazioni farebbe rinunciare alla maggior parte delle indagini sulla corruzione”. “La solidarietà di Berlusconi a Prodi è una solidarietà pelosa “, come l’ha definita Fabio Mussi , ex ministro dell’Università e della Ricerca nel governo di centrosinistra. “La pubblicazione delle telefonate – ritiene Piero Fassino , ministro degli Esteri ombra – è solo un vergognoso attacco “. Per il presidente del Senato Renato Schifani : “Il Parlamento deve assumersi la responsabilità di intervenire al più presto. Serve un provvedimento legislativo che consenta la corretta pubblicazione di quelle sole intercettazioni di rilevanza penale ad inchiesta conclusa”. Stessa posizione per Fabrizio Cicchitto , presidente dei deputati del PdL: ” Bisogna varare una legge che blocchi realmente questo gioco al massacro”. ” Basta gogne mediatiche senza garanzie verso chi riveste cariche pubbliche”, dichiara il ministro per l’Attuazione del programma Gianfranco Rotondi . “Bisogna intervenire con la forza della legge” anche per il presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno : ” Urge una riforma “.
Prodi ribadisce il suo no al blocco delle intercettazioni

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