Il settore televisivo, anche nel 2013, continua a essere caratterizzato da un andamento economico negativo. Complessivamente, i ricavi derivanti dall’attività televisiva, che già nel 2012 avevano subito un decremento del 7%, riportandosi su valori ben al di sotto dei 9 miliardi di euro, segnano un’ulteriore contrazione (-4%), sfiorando appena gli 8 miliardi di euro. E’ quanto emerge dal rapporto annuale Agcom . La flessione, si legge nel rapporto, ha interessato entrambi i comparti della tv, in chiaro e a pagamento, pur manifestandosi in modo più consistente per la tv gratuita, in calo del 6%, che comunque rappresenta tuttora l’ambito di mercato con il maggior peso sul totale delle risorse. Con riferimento alla ripartizione dei ricavi complessivi per operatore tre gruppi, 21st Century Fox/Sky Italia,Rai e Mediaset detengono ancora il 90% delle risorse televisive, sebbene ciascuno registri una variazione negativa del valore assoluto dei ricavi conseguiti. In particolare Sky Italia , attivo sia nel settore della tv in chiaro sia, soprattutto, in quello della pay tv, analogamente all’anno precedente, si qualifica come il primo operatore, con una quota stabile del 32%. Segue Rai , concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo che, incrementando di un punto percentuale la propria quota, si colloca appena prima del gruppo Mediaset. Quest’ultimo, presente in entrambi i comparti, free e pay , nel 2013 subisce la perdita di ricavi più consistente (- 8%), dopo aver fatto registrare già nel 2012 un decremento del 13% rispetto al 2011. Il restante 10% dei ricavi televisivi è disperso tra un elevato numero di broadcaster nazionali e locali. Tra questi, si distingue il gruppi Cairo.
Pubblicità in tv, Rai supera Mediaset nei ricavi

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