Il bambino cattivo di Pupi Avati andrà in onda stasera su Rai 1 in occasione della Giornata per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Racconta di un ragazzino che assiste impotente al disgregarsi della propria famiglia : la madre depressa lo copre di tenerezze ma è passiva, beve per stordirsi e quando il matrimonio finisce tenta un suicidio che la porterà per sempre in una clinica. Il padre egocentrico e immaturo non riesce a prendersene cura, si innamora di un’altra donna che non accetta suo figlio, infine lo abbandona rinunciando a ogni diritto su di lui. La nonna paterna è troppo emotiva e instabile, i nonni materni troppo rancorosi e ostili: i giudici decidono di mandarlo in una casa famiglia da dove uscirà, accettando di essere adottato, solo quando gli sarà chiaro che non ha più la sua vera famiglia. Avati sostiene che questo è il film dove meno ha potuto usare la fantasia: “ Mi sono limitato a lavorare sulla verità , identificandomi in questo bambino fino a soffrire in maniera profondissima per lui. La vecchiaia e l’infanzia, pur così lontane anagraficamente, sono età in cui ci si sente vulnerabili. L’ho scritto di getto, abbandonandomi a un flusso di coscienza. La famiglia di oggi è scaduta. Si fa un solo figlio, privandolo della fortuna di avere fratelli e lo si fa dopo aver comprato la casa, la macchina, l’abbonamento a Sky. La famiglia manca di fiducia nel futuro, di generosità, di creatività”. Voluto fortemente da Tinny Andreatta, capo della fiction Rai, è interpretato dal piccolo Leonardo Della Bianca che fa Brando, Luigi Lo Cascio nel ruolo del padre e Donatella Finocchiaro in quello della madre.
Pupi Avati racconta la difficoltà di essere figlio

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