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Putin mette il cappio al web russo

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Nuova stretta ai controlli sulla rete internet in Russia. Diversi servizi, tra cui servizi di posta elettronica stranieri, Skype e altre chat, rischiano di essere bloccati dai filtri voluti dal Cremlino se si rifiuteranno di raccogliere i loro dati su server all’interno della Federazione. I siti o i servizi web che desiderano essere attivi in Russia devono usufruire di server stanziati nel Paese : lo stabilisce la nuova legge anti-terrorismo approvata in via definitiva dal Parlamento di Mosca il 22 aprile. “Le società straniere di servizi internet non ricadono sotto la giurisdizione russa – ha spiegato il presidente dell’Ordine degli avvocati di Mosca -. Pertanto, l’unico modo per controllarle è bloccare l’accesso ai loro servizi su tutto il territorio”.  Anche i blogger sono interessati dalla normativa: il documento equipara di fatto i blog con almeno 3mila utenti giornalieri ai mass media , facendoli così rientrare nel registro speciale che organizza e definisce gli obblighi dei grandi mezzi d’informazione, che devono preservare la privacy dei cittadini, evitare pubblicazioni a carattere estremista, registrare i dati aziendali e i messaggi degli utenti sui server nazionali, rendendoli disponibili alla bisogna. Difficile pensare che Google, Facebook o Microsoft vogliano perdere in toto il prezioso mercato russo , ma sarà quasi impossibile trovare un compromesso tra le attuali tutele garantite (in teoria) agli utenti di mezzo mondo e l’invasiva regolamentazione voluta da Putin.

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