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QUANDO ARRIVA LA TV MOBILE?

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La relazione sull’esito della consultazione pubblica mostra luci e ombre del Dvb-H. A cominciare dal rapporto con la tv digitale…Nelle più rosee delle previsioni, la tv sul cellulare sarà commercializzata a livello di massa in Italia all’inizio del 2007. Sullo standard tecnologico da adottare non ci sono più dubbi: è il Dvb-H (Digital video broadcasting handheld), già standard ufficiale promosso a livello europeo dall’Etsi (European Telecommunications Standars Institute). Sono invece altri i problemi sollevati dai diretti interessati – operatori televisivi, di telefonia mobile e fissa, operatori satellitari, associazioni e costruttori – in sede di consultazione da parte del ministero delle Comunicazioni. I principali nodi da sciogliere, così come espressi nella relazione finale sull’esito della consultazione pubblica, riguardano la ripartizione delle frequenze da utilizzare per il Dvb-H e le problematiche connesse alla possibile creazione di un monopolio, essendo questo mercato strettamente legato alla tv digitale terrestre.Alla consultazione promossa dal ministero, che precede la fase di sperimentazione vera e propria, hanno risposto praticamente tutti i soggetti che operano nel mercato dei media a vario titolo: La7, Mediaset, Rai, AerantiCorallo, Frt, Rna, Il Sole 24 Ore, Rcs, Gruppo Editoriale L’Espresso (operatori e associazioni di broadcaster e gruppi editoriali multimediali); H3G, Vodafone, Tim, Wind (operatori di telefonia mobile); Fastweb e Telecom Italia (operatori di telefonia fissa); Astra, M-Three, Sky (operatori satellitari); Alcatel e Anie (costruttori). Segno che il mercato della tv mobile (Tvmb) fa gola a molti. Del resto, alla domanda del ministero “Quale mercato ci si può aspettare per la Tvmb?”, le risposte in cifre sono state eloquenti. “In particolare – si legge nella relazione degli esperti del ministero – vengono citati studi internazionali in cui si ipotizza che, entro il 2010, 125 milioni di utenti nel mondo guarderanno la televisione in mobilità, vi saranno circa 25 milioni di terminali Dvb-H in Europa, fra i quali 5 milioni in Italia. Altri studi ipotizzano che nel 2006, il numero di utenti che avrà accesso a servizi televisivi attraverso apparati mobili crescerà a ritmi molto elevati: nel 2010 si prevedono oltre 7 milioni di utenti di tv mobile in Europa Occidentale. Secondo altre stime la percentuale di utenti mobili abilitati, in Europa, alla ricezione televisiva in mobilità si aggirerà intorno al 2% (nel 2007) e al 3% (nel 2008) il che significa dai 4 ai 9 milioni di dispositivi. Secondo una proiezione curata da Orange tale numero si aggirerà, nel 2012, introno ai 50 milioni di terminali. Secondo studi di fonte coreana per il 2010 si prevedono 125 milioni di utenti con entrate stimabili mediamente intorno ai 10 miliardi di dollari”. Se si guarda al solo mercato di casa nostra, la relazione spiega: “uno degli operatori che ha partecipato alla consultazione ipotizza la seguente situazione: circa 7 milioni di clienti attivi in Italia nel 2011 e circa 3 miliardi di euro di fatturato nel 2011. Circa il 75% dei ricavi è stimato possano derivare dall’interattività su rete mobile associata ai contenuti (sms, download suonerie, navigazione internet). Lo stesso operatore cita studi che ipotizzano che ricavi generati dal consumo della TVmobile ammonteranno a 20 milioni di euro nel 2006, e supereranno 1,3 miliardi nel 2010”.Lo standard Dvb-H è un’estensione su dispositivi mobili del Dvb-T utilizzato per la tv digitale terrestre. Il problema principale riguarda i terminali di ricezione: attualmente lo spettro delle frequenze, fra analogiche e digitali per la tv, è sovraffollato e quindi non è possibile realizzare delle reti ad hoc per il Dvb-H. “La coesistenza con le reti analogiche impone dei vincoli di potenza per le reti digitali allo scopo di ridurre l’interferenza del digitale sull’analogico- si legge nella relazione -. La presenza delle reti analogiche riduce inoltre la quantità di canali disponibili per il digitale, rendendo difficoltoso l’ingresso nel mercato da parte di nuovi operatori. La transizione verso il digitale è dunque un processo fondamentale per lo sviluppo delle reti Dvb-H”. Cosa fare, quindi, considerando che il passaggio dall’analogico al digitale in televisione è ancora lontano? La soluzione, almeno in questa prima fase di pre-switch over della tv digitale terrestre, sembra essere quella di condivisione di uno stesso multiplexer per Dvb-H e Dvb-T. Questa soluzione ha sostanzialmente due vantaggi: “l’utilizzo delle medesime frequenze pianificate per i sistemi Dvb-T non solo rispetta l’identità della tecnologia Dvb nelle sue due declinazioni Dvb-T e Dvb-H, ma consente agli operatori mobili l’immediato lancio delle rispettive offerte eventualmente già predisposte; la condivisione dello spettro eviterebbe i rallentamenti che deriverebbero dall’avviare un’individuazione di specifiche porzioni di spettro radio e in un momento successivo di dettarne la relativa disciplina”. Ma c’è un ‘però’: l’attuale indisponibilità di frequenze per soggetti terzi “rischierebbe di sbilanciare i rapporti in favore dei broadcaster tradizionali, che si trovano di fatto a disporre delle medesime risorse spettrali”. In sostanza, il rischio di monopolio da parte degli operatori già attivi nel settore della tv digitale terrestre è alto anche in questo mercato. Infatti, “in un panorama concorrenziale come quello dell’audiovisivo, caratterizzato dalla presenza sul mercato, per un verso, dei due soggetti predominanti, e, per l’altro, dal gruppo dominante nel settore telefonico fortemente integrato orizzontalmente, questa circostanza, se non opportunamente bilanciata dalla regolamentazione, potrebbe favorire i soggetti integrati, senza un’effettiva possibilità di competere a parità di condizioni nel nuovo mercato”. Per questo, dalla consultazione è emersa la forte volontà dei soggetti di una regolamentazione adeguata ai nuovi sviluppi del settore. Due, in particolare, le necessità: “va massimamente evitato che gli attuali operatori televisivi in tecnica digitale possano sfruttare i vantaggi regolamentari già segnalati, nonché la disponibilità di contenuti di vasta audience, per falsare la competizione a tutti i livelli della filiera; occorrerebbe prevedere l’obbligo per tutti gli utilizzatori delle frequenze di garantire a terzi condizioni di accesso equo, trasparente e non discriminatorio agli operatori mobili Umts ad almeno il 40% della capacità dei multiplex ibridi e del 100% della capacità dei multiplex dedicati al Dvb-H”.Per quanto riguarda la tempistica, la maggior parte dei partecipanti alla consultazione ha indicato il 2007 come data di introduzione della Tvmb. Inizialmente saranno coperte le grandi aree urbane e, in circa tre-quattro anni, si prevede di raggiungere una copertura capillare del territorio. I nuovi telefonini che permetteranno di ricevere la tv presumibilmente saranno in commercio già dalla metà del 2006 ma costeranno di più rispetto al terminale solo telefonico. La diffusione sul mercato di massa si avrà all’inizio del 2008, quando il costo si ipotizza che scenderà. Dalla consultazione emerge che il nuovo cellulare potrebbe avere all’inizio “un costo variabile tra un minimo di 400 e un massimo di 600 euro, anche sulla base di prodotti similari già in commercio in Corea”. I nuovi servizi di Tvmb saranno offerti a pagamento con varie modalità, anche se per la prima fase di sviluppo si pensa anche a servizi free-on-air, che saranno utilizzati seguendo lo schema della tv tradizionale finanziata dalla pubblicità. I servizi a pagamento potranno avere diverse modalità che ricalcano quelle attualmente esistenti per la tv a pagamento, satellitare e digitale. Accanto alle trasmissioni in chiaro, ci potrà essere un pacchetto criptato con pagamento mensile (ad esempio pacchetto base+pacchetto premium), oppure si potrà utilizzare la formula del pay-per-view o quella della carta prepagata.• Paola Giudiceandrea

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