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Quantumania: l’Italia nella rete europea di computer quantistici

Sono più vicine di quanto si pensi, le applicazioni delle ricerche che hanno vinto questo’anno il Nobel per la Fisica. Gli esperimenti compiuti distintamente da John Francis Clauser Aspect nel 1972, seguiti dal francese Alain Aspect nell’82 e da Anton Zeilinger nel 1998, hanno permesso di verificare l’esistenza dell’entanglement quantistico, il legame che si instaura fra due o più particelle intrinsecamente connesse che hanno proprietà correlate meglio chiamate stati quantici, in cui la misura di una delle due parti influenza istantaneamente anche l’altra.

Grazie ai loro esperimenti sono state gettate le basi per il futuro delle informazioni e delle comunicazioni aprendo la strada ai computer quantistici.

Futuro che sembra sempre più vicino: si prepara infatti a debuttare nel 2023 la prima rete di computer quantistici in Europa, con i primi due computer collegati tra la Francia e la Germania e si lavora per ampliare il progetto nel 2024, con un numero maggiore di computer; uno dei quali potrebbe essere operativo in Italia.

I primi computer quantistici sono stati costruiti grazie al programma flagship sulle Tecnologie quantistiche della Commissione Europa: uno è a Parigi e uno è a Jülich. Nel 2023, quando saranno collegati fra loro, costituiranno la prima rete di computer quantistici attivi in Europa.

L’Italia, con il Cineca, il consorzio interuniversitario cui partecipano 69 atenei italiani, ha partecipato al progetto presentando il progetto di EuroQCS-Italy. Il computer quantistico scelto è un computer a tecnologia qubit ad “atomi neutri”, in grado di operare sia in modalità analogica che digitale, che sarà installato presso il Tecnopolo di Bologna e lavorerà in sinergia con il supercomputer EuroHPC “Leonardo”.

di Arman C. Mariani

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