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Rai: gioco dell’oca

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Nulla di fatto sul caso delle intercettazioni telefoniche tra Rai-Mediaset e sempre caos nel Cda per quanto riguarda l’affair “una poltrona per due” tra Petroni e Fabiani Per ora l’unico caso “Soliti ignoti” sarà in mano a Fabrizio Frizzi nell’access prime time di Raiuno visto che il format dello show americano di Endemol torna a grande richiesta dopo i buoni ascolti estivi. Sembra strano, ma è l’unica novità della settimana in viale Mazzini. Almeno per quanto riguarda le decisioni proprie, perché quelle altrui parlano del Consiglio di Stato che, di fatto, timbra la decisione già presa dal Tar del Lazio e riammette il consigliere Angelo Maria Petroni defenestrato da Padoa Schioppa. Adesso, però, i consiglieri sono 9 e il presidente Claudio Petruccioli attende il da farsi: tenerli entrambi? Forse. Reazioni del Parlamento alla vicenda delle intercettazioni sui palinsesti clonati? Anche in questo caso tutto rimandato. Siamo pessimisti? No, basta leggere quanto dichiarato dal sindacato giornalisti Rai: “Siamo tornati nel limbo. Nelle sabbie mobili delle ‘non decisioni’. Anche quelle che sono state prese potrebbero essere invalidate. Dopo l’ultimo verdetto del Consiglio di Stato, incertezza e paralisi caratterizzano il governo dell’azienda. Abbiamo bisogno di progredire ma, come nel gioco dell’oca, ci fanno tornare sempre alla casella di partenza. I giornalisti Rai vogliono regole certe, perché la loro azienda sia quel Servizio Pubblico cui hanno diritto gli utenti. Al Parlamento torniamo a chiedere, con urgenza, autonomia e indipendenza. Un passo indietro dei partiti dalla Rai è un passo avanti per il paese”. Ovviamente anche il ddl Gentiloni giace nel limbo… 

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