Il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, è stato iscritto al registro degli indagati della Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta sulle spese sostenute dal giornalista con la carta di credito aziendale affidatagli dalla Rai. Minzolini avrebbe speso 68mila euro in quindici mesi, senza aver ricevuto l’autorizzazione di viale Mazzini. Le indagine, avviate nei mesi scorsi, hanno dunque portate alla formalizzazione dell’accusa che, secondo i magistrati, è “un atto dovuto ” alla luce degli accertamenti svolti. Tra i documenti acquisiti dai finanzieri c’è anche la nota con cui la direzione generale (allora presieduta da Mauro Masi) scagionò Minzolini, escludendo violazioni di sorta e definendo “spese di rappresentanza” gli addebiti extra fatti tra il luglio 2009 e l’ottobre 2010 con la carta di credito aziendale. E’ probabile che il direttore del Tg1 venga convocato dai vertici Rai , che nel frattempo ha voluto precisare che l’indagine è nata a seguito di due esposti, uno dei quali presentato da un partito dell’opposizione. L’iscrizione nel registro avviene a pochi giorni dalle elezioni amministrative e sarebbe, secondo lo stesso Minzolini, “una vicenda strumentale”. “Dall’azienda mi era stato dato un benefit in cambio dell’esclusiva giornalistica (a contratto già firmato il presidente Rai mi chiese di interrompere una collaborazione con il settimanale Panorama). Un benefit di cui ho goduto fino a quando, dopo diciotto mesi e dopo aver approvato un bilancio, il vertice Rai ha scoperto, per usare un eufemismo, che quel benefit non era compatibile con la politica aziendale” , ha spiegato il direttore.
Rai, Minzolini indagato per peculato

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