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RAITRE: IACONA DOPO LA TEMPESTA…

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Qualche flash sull’ormai celebre scontro tra Silvio Berlusconi e Lucia Annunziata: “In mezz’ora” domenica scorsa ha stabilito il proprio record d’ascolto (oltre tre milioni e mezzo di utenti, 18,54% di share); la replica integrale del duello trasmessa dal TG4 nell’edizione delle 19.00 ha fruttato a Emilio Fede un clamoroso incremento nella media d’ascolto, schizzata a quota tre milioni di telespettatori (contro i canonici due milioni dell’appuntamento domenicale). A modo suo… geniale Fede! Sull’episodio specifico sposiamo la posizione di Claudio Petruccioli, presidente Rai (“Berlusconi provocatorio, ma Annunziata nervosa e ingenua nel cadere nella trappola”). La conduttrice del rotocalco di Raitre è però una grande giornalista. Anche i migliori sbagliano, e certo lei avrà mille opportunità per riscattare la non brillantissima figura. Una piccola nemesi, ad ogni buon conto, si è materializzata nella sera della medesima domenica. Su Raitre è infatti andata in onda la prima puntata di “W l’Italia”, un nuovo ciclo d’inchieste di Riccardo Iacona, vale a dire uno dei più bravi giornalisti televisivi in circolazione e ex collaboratore di Michele Santoro. Ecco, quando sentiamo il nome di Santoro e vediamo tardivi interventi a suo favore, come quello fatto da Lucia Annunziata nel faccia a faccia con Berlusconi, un po’ ci arrabbiamo. Cosa ha fatto per Michele Santoro la Annunziata quando era presidente della Rai? Niente! La puntata di “W l’Italia”, che per l’occasione ha assunto il profilo di una sorta di discesa agli inferi del problema-casa, è stata vista da quasi tre milioni e mezzo di telespettatori (12,22% di share). Un ascolto eccellente, considerato la serietà dell’argomento e gli obiettivi di Raitre. Il servizio pubblico che noi sogniamo deve essere caratterizzato soprattutto da firme come quelle di Iacona e di Lucia Annunziata. Oltre, naturalmente, a quelle di Michele Santoro e di Enzo Biagi. Ma, a proposito di epurati, auspichiamo anche la fine dell’ostracismo a professionisti non assimilabili al centro-sinistra. Ricordiamo Gianfranco Funari, Massimo Fini, e perfino il discusso Antonio Socci. Quest’ultimo, inadeguato come conduttore ma uomo di cultura, può essere un esempio di opinionista dedito al “controcanto” in una Rai che dopo le elezioni dovrebbe vivere grandi cambiamenti.

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