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Riprendono i voli dalla Libia all’Italia per l’evacuazione di persone vulnerabili

Rifugiati

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Novantanove rifugiati richiedenti asilo sono arrivati a Milano dalla Libia nella prima settimana di marzo. É il primo volo di evacuazione del 2022 dopo due anni di sospensione a casa della pandemia.  L’evacuazione è stata organizzata grazie alla collaborazione tra UNHCR, l’Agenzia Onu per i rifugiati, i ministeri italiani dell’Interno e degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci) e l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp). 

Le persone giunte in Italia provengono da Eritrea, Etiopia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen. Tra loro molti bambini e donne che sono a rischio violenza o che l’hanno proprio subita e persone con patologie sanitarie gravi. Molti sono stati salvati dopo lunghi periodi nelle mani dei trafficanti di uomini all’interno dei centri di detenzioni non ufficiali della Tripolitania. Ora hanno urgente bisogno di assistenza sanitaria.

Con il protrarsi della crisi in Libia, l’Italia e l’UNHCR continuano gli sforzi per assistere i rifugiati vulnerabili a lasciare il Paese. Dal 2017 il lavoro di UNHCR ha portato in salvo oltre 1.100 rifugiati.

«Anche questa evacuazione umanitaria conferma l’impegno congiunto dei ministeri dell’Interno e degli Esteri e dell’UNHCR per costruire vie legali d’ingresso nel territorio nazionale italiano di persone fragili e vulnerabili alle quali lo Stato offre ora un percorso di accoglienza e di integrazione», ha dichiarato il capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno Francesca Ferrandino.

«Prosegue con convinzione l’impegno della Farnesina a garantire canali sicuri d’ingresso ai rifugiati che si trovano in condizioni di vulnerabilità sul suolo libico», ha affermato Luigi Maria Vignali, direttore generale per le Politiche Migratorie del Maeci. «È motivo di grande soddisfazione dare il benvenuto in Italia ai primi rifugiati del 2022, che hanno usufruito delle evacuazioni umanitarie dai centri libici».

«La volontà delle autorità italiane di rendere possibile l’evacuazione di oggi dimostra ancora una volta il ruolo cardine dell’Italia nella protezione dei rifugiati e continua ad essere di ispirazione per altri Paesi», ha dichiarato Chiara Cardoletti, rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. «È necessario continuare a rafforzare i canali sicuri come le evacuazioni e il reinsediamento che spesso rappresentano l’unica ancora di salvezza per le persone costrette a fuggire».

I rifugiati e richiedenti asilo arrivati a Fiumicino hanno osservato dieci giorni di quarantena obbligatoria per l’emergenza Covid-19 prima di essere trasferiti in strutture del Sistema accoglienza integrazione (Sai), a carico del Ministero dell’Interno, distribuite su tutto il territorio nazionale.

Nella soddisfazione di aver raggiunto questo risultato non si possono tuttavia tralasciare i numeri del 2021 e 2022 relativi ai viaggi dei migranti che partono continuamente dalle coste della Tunisia e della Libia verso le isole siciliane.  Viaggi che molto spesso si trasformano in vere e proprie tragedie e che con l’arrivo della primavera e dell’estate riprenderanno costantemente.

Nel 2021 più di duemila persone, secondo i dati forniti dall’Organizzazione internazionale delle migrazioni, sono morte o disperse nel tentativo di attraversare il Canale di Sicilia per raggiungere l’Italia; mentre sono 193 le persone morte o scomparse durante i primi due mesi del 2022; 16.626 persone sono arrivate a Lampedusa dalla Libia. Molte altre sono state respinte dalla Guardia costiera libica.

di Sara Giudice

Photo Credit: www.interno.gov.it

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