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Roba da ricchi

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Un ricco contro sei poveri, questo il rapporto di possibilità di accesso alla rete. Il cosiddetto digital divide si va restringendo grazie ai cellulari. Ma non per tutti. Si va colmando il divario tra paesi ricchi e poveri per l’accesso alla rete e ai contenuti digitali. Ma la distanza è ancora grande. A misurarla è un rapporto dell’Unctad , la Conferenza delle Nazioni unite sul commercio e lo sviluppo. La buona notizia è che gli abbonati ai servizi di telefonia cellulare nei paesi poveri sono triplicati negli ultimi tre anni. Una percentuale più alta di quella dei paesi sviluppati. La telefonia mobile è il sistema più semplice di accesso alla rete, più economico e capillare, utilizzato anche dalle piccole imprese. La notizia meno bella è che l’analisi sulla disponibilità di accesso alla rete tra paesi poveri e ricchi viene valutata ancora in un rapporto di 1 a 6. Nel documento si sostiene che vi è una relazione diretta tra l’evoluzione della tecnologia e degli accessi e lo sviluppo. In Africa, dove l’aumento in termine di numero di abbonati alla telefonia mobile e di penetrazione è stato il maggiore, questa tecnologia può migliorare la vita economica dell’intera popolazione. La telefonia mobile fornisce informazioni di mercato – e ne migliora il reddito – a varie comunità, come i pescatori di Kerala, gli agricoltori del Rajasthan, le comunità rurali in Uganda, i piccoli venditori in Sud Africa, Senegal e Kenya. Il rapporto in sostanza registra questa evoluzione costruendo un collegamento diretto con il miglioramento delle condizioni economiche di alcune comunità e territori. Nel contempo rileva però che il ritardo nella costruzione di infrastrutture in alcune aree accresce la distanza tra una parte del mondo che ha gambe per correre e l’altra che ha difficoltà anche a stare seduta. La soluzione, secondo l’Unctad, è un investimento maggiore in capitale umano e infrastrutture, e anche in una migliore regolamentazione delle normative sul cyberspazio. 

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