Ieri al Festival Internazionale del Film di Roma è stata una giornata tutta al maschile. I due protagonisti sono stati: l’attore irlandese Colin Farrell e il regista romano Mario Monicelli. Farrell ha presentato il suo nuovo film poliziesco Pride and Glory , che racconta una vicenda di corruzione tra poliziotti. ” Ho fatto il soldato, il poliziotto, il magistrato, i servizi segreti. Basta con questi personaggi. E poi le armi non mi piacciono “, ha dichiarato scherzando l’attore. Colin veste i panni del poliziotto dall’animo nero Jimmy: ” Questo ruolo mi ha affascinato per la sua complessità. Un uomo lacerato, tenerissimo con la famiglia, spietato con chi considera la feccia dell’umanità, deciso a prendersi la rivincita su un lavoro rischioso e mal pagato accettando sottobanco degli extra che scottano “. Insieme a lui, nel cast anche Edward Norton, che si dice sia impossibile sul set. In proposito il regista della pellicola, Gavin O’Connor ha detto: “Ci sono stati momenti in cui avrei voluto torcergli il collo – ha spiegato – ma questo succede perché è un grande interprete, un perfezionista anche se a volte, ci ha fatto diventare pazzi. Però in qualsiasi momento lo chiami, è pronto a girare. Quindi un ottimo professionista “. Un film sui poliziotti per il regista che in casa ha respirato sempre aria di giustizia: ” Mio padre era poliziotto, anche se poco ortodosso – ha ricordato O’Connor – . Di pattuglia suonava la chitarra e leggeva Joyce. Quando invitava a cena i suoi colleghi, io ascoltavo le loro storie. Alcuni frammenti sono finiti nella sceneggiatura “. L’evento romano ha dato a Farrell l’opportunità di confessare le difficoltà attraversate negli ultimi anni: ” Il film Alexander mi ha distrutto “, ha raccontato ai giornalisti. ” Alexander di Oliver Stone mi ha rovinato: – ha spiegato nel corso della conferenza stampa – non è stato accolto bene, e mi ha avvolto in una nube di paura. Quando per anni scrivono di te che sei bello e bravo, poi devi credere anche quando dicono che sei brutto e cattivo. Ci sono voluti due anni per venirne fuori. Per mesi ho letto le critiche negative di ‘Alexander’, le ho lette tutte, a tal punto che ne avrei potuto scrivere una pessima pure io. Forse già prima di ‘Alexander’ avevo perso l’innocenza e la purezza che mi aveva accompagnato dagli esordi: non avevo più quella magia, sostituita dal dubbio e la paura. Ero caduto nella trappola più pericolosa del nostro mestiere – ha aggiunto – i dentificarmi totalmente con il mio lavoro, ritrovandomi senza alcuna vita privata. Non mi lamento, ma la lezione di ‘Alexander’ mi ha spinto a trovare spazi miei: se sto lontano dal set per quattro mesi, oggi so che non muore nessuno “. ” Insomma la pellicola di Stone è stata una sorta di purificazione – ha concluso – una lezione importante. Sentivo tutto il peso della scena su di me. Ma ci tengo a sottolineare che è stata un’esperienza bellissima, abbiamo visitato tre continenti… “. Da noi il film Pride and Glory arriverà nelle sale venerdì con il titolo Il prezzo della gloria . Ieri è stato anche il giorno di c elebrazione del novantatreenne Mario Monicelli , che ha dedicato più di sessanta anni della sua vita a girare alcune pellicole tra le migliori del nostro paese, come Totò cerca casa o Armata Brancaleone. Centinaia di fan, tra cui Ettore Scola e Renzo Arbore, l’hanno accolto sotto la pioggia nel cuore di Roma, la sua città, a cui ha dedicato il film documentario “Vicino al Colosseo c’è Monti”. A complimentarsi con Monicelli per la sua carriera è stato anche il presidente della Repubblica Napolitano , che ha scritto agli organizzatori del festival questo messaggio: ” Rinnovo al Maestro Monicelli l’apprezzamento per un’opera curata con grande maestria. Rivolgo a quanti hanno collaborato alla realizzazione del film e a tutti gli abitanti del rione Monti il mio più partecipe saluto”. L’assessore capitolino alla Cultura, Umberto Croppi, ha descritto Monicelli come “un regista che ha saputo valorizzare la sua città attraverso le immagini più suggestive” e il presidente della Fondazione Cinema per Roma, Gianluigi Rondi, ha aggiunto: “Sono tanto lieto che gli sia stata fatta una festa è una delle persone che ha dato di più al cinema italiano e alla quale io voglio più bene “. Monicelli ha ringraziato per la festa e ha approfittato dell’occasione per dichiarare: ” La Mostra di Venezia e il Festival di Roma non sono neanche in concorso. Venezia ha una sua tradizione, una sua classe e un suo albero genealogico che Roma non ha. Non so perché è stata decisa questa data, non ho scelto io la concomitanza degli eventi “.
Roma consola Farrell da Alexander e celebra Monicelli

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