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Roma: polemiche per Il Sangue dei Vinti e applausi per High School Musical 3

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Ieri al Festival Internazionale del film di Roma è stato presentato l’attesissimo film fuori concorso di Michele Soavi, Il Sangue dei Vinti , tratto dal best seller omonimo di Giampaolo Pansa, che racconta le vicende dell’Italia del 1945, divisa tra partigiani e fascisti. Il lungometraggio è interpretato da Michele Placido e Barbora Bobulava, insieme a Alessandro Preziosi, Stefano Dionisi, Giovanna Ralli e Philippe Leroy. Il film è stato rifiutato al festival del cinema di Venezia e, inizialmente, anche quello di Roma che lo accolto come evento speciale solo in un secondo momento. Una collocazione, non gradita a Pansa: ” Avrei preferito che fosse inserito in concorso ma viste le premesse, considero comunque un bel risultato essere qui. Ma lo status di evento speciale non mi è piaciuto: diciamo che l’ho solo accettato, come tante cose italiane che non mi piacciono. Al contrario di questo film: che non solo mi piace, ma mi basta e mi avanza. Aggiunge una pietra sulla strada della verità “. La pellicola non ha convinto il pubblico che ha assistito all’anteprima in sala: è stata accolta con molto silenzio, qualche applauso e qualche espressione di mancato gradimento. Il film comunque è destinato a far discutere sia a destra sia a sinistra, per la scelta di raccontare le vicende dei fascisti vinti, dimenticati e sepolti in fosse comuni dopo la liberazione. Il giornalista e scrittore Pansa, che da anni si occupa della guerra civile di quegli anni, ha dichiarato: ” Comunque la si veda, è un contributo alla verità, in un’Italia per niente pacificata ma ancora divisa in cui si combattono le rispettive memorie “. ” Tutti i lavori intellettuali che cercano di aggiungere qualcosa alla completezza della storia sono un fatto positivo “, ha aggiunto P ansa, definendo Alessandro Fracassi, produttore del film costato nove milioni di euro, ” un eroe ” . ” Quando ho saputo che aveva acquistato i diritti del libro, ho pensato fosse un pazzo. Il tema è spinoso e… il libro è una sequela, interminabile per quanto incompleta, di nomi e di orrori, un catalogo intraducibile in un film “, ha raccontato lo scrittore, dicendosi comunque soddisfatto della trasposizione cinematografica che ” avrebbe meritato di essere in concorso qui a Roma, dopo essere stata anche respinta dal Festival di Venezia “. ” Non avremmo potuto ripetere fedelmente il libro di Pansa “, dice Soavi. ” Ma lo spirito del suo scritto viene centrato in pieno, da autori e interpreti “, sostiene il regista, che ha lavorato molto in tv. ” Abbiamo rispettato il Pansa-pensiero, mostrando nel film che le cose nel ’45 sono andate ‘anche’ in un altro modo “. Il film racconta le vicende del poliziotto Franco (Michele Placido), che a Roma, a guerra quasi persa per il fascismo, indaga sulla morte di una prostituta (Barbora Bobulova). Per una serie di circostanze salva sua figlia, dopo che lei è catturata dai tedeschi. La storia si intreccia con quella dei due fratelli di Placido: Ettore, un partigiano e Lucia (Alina Nedelea), una fanatica di Salò. Il film sarà nelle sale da febbraio e andrà in onda anche su Raiuno a dicembre del 2009 in due puntate. Gli altri film che hanno monopolizzato l’attenzione del pubblico nel fine settimana romano, sono stati Un gioco da ragazze e il terzo episodio della saga di High School Musical. Sul primo lungometraggio del ventiseienne pluripremiato per i suoi corti Matteo Rovere, Un gioco da ragazze, si è scatenata un’accesa polemica in merito al divieto di visione per i minorenni, imposto dalla commissione per la censura. Il film racconta le vicende di un gruppo di adolescenti bene, che colmano il vuoto delle loro esistenze con alcol, droga, sesso e bullismo. ” Le protagoniste del film sono cattivissime ma tremendamente reali “, ha sottolineato il giovane regista, rispondendo a chi lo accusa di dare un’immagine fuorviante dei teenager di oggi. ” Abbiamo raccontato cinematograficamente una realtà che esiste anche se certamente non è la maggioranza. I personaggi del film sono negativi fino in fondo e questo forse è quello che dà più fastidio. Non c’è redenzione, né punizione. La protagonista è coerente nella sua negatività per tutto il film ma è evidente la sua solitudine e non credo che i ragazzi vedendo i film si identificherebbero. Per questo ritengo che sia un film anche per adolescenti “, ha spiegato  Rovere. Secondo lui il film non fa altro che raccontare “u na parte di adolescenti che questa società può produrre, visto che non propone ai ragazzi né modelli né demoni. E d’altronde la cronaca supera costantemente la finzione cinematografica “. Della stessa opinione è anche la protagonista Chiara Chiti: ” Io credo che i ragazzi siano più indifesi di fronte ai modelli proposti dalla tv, da Kate Moss a Paris Hilton, raccontate spesso come eroine, che di fronte a un film come questo. Il mio personaggio è raccontato con grandissimo cinismo e io stessa ho provato vedendo il film un senso di rigetto nei suoi confronti. Non credo affatto al rischio di emulazione: è un personaggio perdente ed infelice “. L’anteprima di High School Musical: Senior Year , che in Italia uscirà il prossimo venerdì, ha riscosso un buon successo. In Nord America l’episodio è già al cinema e nel primo weekend ha incassato 42 milioni di dollari. Ieri sul red carpet romano, quaranta ballerini guidati da Jacopo Sarno, lo Zac Efron italiano nel musical omonimo, hanno introdotto la proiezione del film.  A presentarlo non c’erano il protagonista Efron (idolo indiscusso delle ragazzine) e la giovane Vanessa Anne Hugens, ma solo la smorfiosetta Sharpay (Ashley Tisdale), l’energico Chad (Corbin Bleu) e il regista coreografo Kenny Ortega, che ha annunciato di voler dirigere anche il quarto capitolo della saga adolescenziale. In questo episodio, l’ultimo per molti dei protagonisti, Troy (Zac Efron) e Gabriella (Hudgens) sono all’ultimo anno di liceo e affrontano le ultime prove di sport, teatro e studi, ma soprattutto si trovano a dover decidere del loro futuro, rendendosi conto che il prossimo anno potrebbero non essere più insieme. Il film rappresenta i diciottenni americani: hanno la patente, non fumano, nn bevono, nè fanno sesso ma si promettono amore con castissimi baci.

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