Ottantotto morti, quasi novecento arrestati, circa duemila aggressioni , per non dire dei trentotto rapiti. Non è il bollettino di una giornata di guerra, ma il resoconto annuo di Reporter senza frontiere sui giornalisti vittime di violenza in tutto il mondo, nel 2012. Cifre allarmanti soprattutto per quanto riguarda le uccisioni, in aumento del 33% rispetto allo scorso anno, e al lordo le peggiori dal 1995, ovvero da quando Rsf compila il rapporto. L’alto numero di cronisti assassinati è dovuto in particolar modo al conflitto in Siria e alle difficili situazioni in Somalia e Pakistan. Le zone più a rischio per i giornalisti sono state il Medio Oriente e il Nord Africa (26 morti), l’Asia (24 morti) e l’Africa subsahariana (21 morti).
Rsf archivia l’anno nero dei cronisti mondiali

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