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Russia, la tecnologia del Governo sarà nazionale

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Sin dai primi momenti dallo scoppio dello scandalo Nsa , si intuiva che poteva cambiare qualcosa a livello internazionale. Il ministero del Commercio e dell’Industria russo ha pianificato l’aggiornamento di tutti i computer e server governativi nazionali con un modello di processore domestico, Baikal, specificando che l’obiettivo è quello di ” sostituire i microchip americani prodotti da Intel e Amd” . Il governo investirà “decine di milioni di dollari” per il processo di sostituzione. Dietro a Baikal c’è l’architettura Cortex-A57 proprietaria della britannica Arm. Il processore è progettato da T-Platform , produttore di supercomputer russo, e Rostec , ed è co-finanziato dal gigante tecnologico russo Rusnano. Tutte realtà che vantano un’ottima esperienza nel settore, ma che soprattutto si sono mostrate fedeli nel tempo al Cremlino. Utilizzando tecnologie nazionali, la Russia avrà un maggiore controllo su quanto presente all’interno dei computer e server governativi, scongiurando la presenza di funzionalità che possano garantire un più facile accesso ai dati interni alle agenzie straniere. I computer governativi russi adotteranno naturalmente Linux come sistema operativo, e non è da escludere l’implementazione di una distribuzione personalizzata. I chip Baikal verranno installati in tutti i computer degli organi di governo e nelle imprese statali, all’interno di un mercato da 700mila personal computer e 500 milioni di dollari, e da 300 mila server per 800 milioni di dollari all’anno.

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