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SALDI DI LUSSO CON COLIANDRO E MARIA DE FILIPPI

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Come anticipato nello scorso numero, chiudiamo la carrellata sulla programmazione estiva andando a individuare quelle che a nostro avviso possono essere considerate le uniche due proposte innovative dello scorcio stagionale: la serie di Raidue “L’ispettore Coliandro” (durata quattro puntate e conclusasi il 5 settembre) e “Unan1mous”, il reality di Canale 5 condotto da Maria De Filippi (partito il primo settembre). Nato dalla fantasia dello scrittore Carlo Lucarelli, l’ispettore interpretato da Giampaolo Morelli è il classico anti-eroe già felicemente raffigurato nei film americani più “cool” degli ultimi anni, tipo Starsky e Hutch, Get Shorty o quelli di Quentin Tarantino (film ironici, un po’ visionari e a loro volta ricchi di riferimenti cinefili). La serie si è ispirata anche ai polizieschi e thriller all’italiana, massacrati dalla critica negli anni ‘70 ma recentemente rivalutati grazie al lavoro di tv-maker come Marco Giusti (i film dei vari Fernando Di Leo e Lucio Fulci, giusto per fare due nomi). Non a caso la regia è stata affidata ai Manetti Bros., vale a dire Marco e Antonio Manetti, già firme di Zora la vampira e alfieri di una rivisitazione pop del cinema horror di Mario Bava. Insomma, stiamo parlando di un’operazione nata all’insegna del divertimento, ma supportata al tempo stesso da vivacità autoriale. Mentre scriviamo queste righe si è invece concluso “Unan1mous”, reality-esperimento condotto su Canale 5 da Maria De Filippi con la consueta professionalità (il format è dell’americana Fox). Non vogliamo dedicare troppe righe alla formula che è già stata abbondantemente descritta dai media, con l’enfasi su quel carattere di unanimità, appunto, che doveva indirizzare i concorrenti verso l’indicazione di un vincitore. Confessiamo invece un senso di disorientamento, perché se è vero che il gioco è veramente innovativo rispetto ad altri reality, il valore del messaggio veicolato ci lascia perplessi: in sintesi, esso suggerisce che la nostra esistenza può essere cambiata esclusivamente dal denaro. Il montepremi di partenza era di un milione e mezzo di euro (!) , ma le tumultuose relazioni tra i concorrenti hanno fatto sì che nelle tasche del vincitore arrivassero “solo” 570 mila euro. Probabilmente il contenuto del messaggio è reale; giova però domandarsi se è opportuno reiterarlo in un programma televisivo.

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