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Salta l’accordo e il mercato dei diritti del calcio in Tv

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                    La folta platea degli appassionati di calcio deve farsene una ragione: salvo improbabili ribaltoni dell’ultima ora, la prima giornata del campionato, prevista per domenica, non sarà accompagnata dalle immagini riassuntive delle partite nei tradizionali contenitori e neppure dalla radiocronaca in diretta storicamente garantita dal servizio pubblico. Il nodo riguarda i diritti della tv in chiaro dopo che ieri la Lega Calcio ha rifiutato le offerte presentate dalla Rai e da Mediaset. La sosta per la partita della Nazionale del week end successivo consentirà alle parti di riesaminare il tutto per tentare un accordo che obiettivamente oggi sembra molto difficile. La Domenica Sportiva, Controcampo, Novantesimo minuto e perfino la storica trasmissione radiofonica Tutto il calcio minuto per minuto stante l’attuale situazione di stallo potrebbero dunque diventare un lontano ricordo, costringendo gli spettatori più disperati a virare verso i servizi in abbonamento su Sky, Mediaset Premium o Carta Più La7. Un problema “culturale”, considerata la spinta popolare che ha contraddistinto il calcio in Italia fin dagli albori, ma anche tremendamente commerciale visto gli interessi economici in ballo. Dopo aver disertato l’asta indetta dalla Lega (il termine ultimo era il 6 agosto), che aveva posto come base minima 70 milioni di euro a stagione solo per il massimo campionato, la Rai è passata alla trattativa privata. Nella quale il servizio pubblico ha rilanciato la propria offerta arrivando a 30,6 milioni, dei quali 20,5 per gli highlights, 7 milioni per la fascia sino alle 22,30, 13,5 per la Domenica Sportiva, 3 milioni per i diritti radiofonici e 6,5 milioni per la Coppa Italia (a partire dai quarti di finale). Tutto inutile. Non è andata meglio a Mediaset, la cui offerta non è però andata oltre i 10 milioni di euro. Questo perché l’interessamento di Cologno Monzese era rivolto esclusivamente ai diritti in chiaro degli highlights nella fascia serale (non in esclusiva). ”Ci dispiace molto che i campionati di serie A e B partano senza la possibilità di vederli per chi non ha la pay tv – ha affermato l’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani – ma ci siamo trovati davanti a offerte che non potevano essere accettate” Uno spiraglio di luce è invece trapelato dalle parole del presidente del Palermo, Maurizio Zamparini : ”Da qui a sabato si fa in tempo a fare molte cose, un po’ all’italiana” Nel frattempo divampano le polemiche. Oggi si sono fatte sentire molte voci, e tra queste non poteva mancare quella di chi, non a torto, parla di conflitto d’interessi considerato il ruolo di Galliani. Afferma il senatore del Pd Vincenzo Vita, componente della Commissione di Vigilanza Rai: “E’ comunque plateale il conflitto di interessi che emerge da questa vicenda: della materia si sta infatti occupando chi ha interessi immediati nell’azienda concorrente della Rai. Si tratta del resto di un’annosa questione che ha il suo punto di origine nella mancanza di trasparenza e nell’assurdità delle cifre di cui si parla, tanto più in un’epoca di crisi economica”. Non è dato sapere se pure lui come Zamparini auspica una soluzione “all’italiana”, ma il presidente della Figc Giancarlo Abete si è oggi sbilanciato con una dichiarazione moderatamente ottimista: “Penso che ci si muoverà nella logica di provare a trovare una soluzione che riporti il calcio in chiaro. E’ un problema di cui tutti hanno la consapevolezza che va risolto. Non e’ una situazione negativamente chiusa, ma in movimento”.

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