Sarà lunga, molto lunga, arrivare fino a sabato. E non perché la puntata di ieri si sia protratta oltre un orario ragionevole, i tre eliminati (Toto Cutugno, Aeroplani, Nino D’Angelo, Jammo Jà, e il trio Pupo-Emanuele Filiberto-Luca Canonici, Italia amore mio) sono stati annunciati a mezzanotte e venti, ma per la scarsa personalità dimostrata durante il primo appuntamento da Antonella Clerici. Dalla sua il fatto di non essere affiancata da una spalla, come tradizione vorrebbe. La bionda presentatrice, superata l’emozione dei primi minuti, ha scelto una conduzione discreta, accennata, poco incisiva. Troppo poco incisiva. A rendere evidente le mancanze della prima donna dell’Ariston, la lunga apertura a opera di Paolo Bonolis e Luca Laurenti. La coppia capitolina ha tenuto banco a luci spenti per circa mezz’ora ed è stata in grado di dare un appetitoso antipasto di quello che sarebbe potuto essere un Bonolis-bis: “Ecco Mazzi”, “Mazza è sua moglie?”, “E se avranno dei figli? Tutti in viale Mazzini” . E poi Morgan e Bigazzi, a giocare sulle polemiche che hanno preceduto l’apertura del sipario e a renderle ghiotto materiale acchiappa ascolti. Perché condurre Sanremo deve essere questo: tenere il palco mentre la musica non sta suonando e far continuare a parlare gli spettatori a casa di quei temi nazional popolari che hanno accompagnato la vigilia dell’evento. LA GARA La giuria demoscopica, come detto in apertura, ha punito i due senatori Cutugno e D’Angelo e l’insolito trio cantante – principe – tenore, che potranno eventualmente essere ripescati giovedì sera. Nelle orecchie rimangono il brano di Fabrizio Moro e la canzone di Irene Grandi . Gradevole e sempre uguale a se stesso Povia, con un testo inoffensivo e senza cartelloni molesti. Buona l’interpretazione del favorito Mengoni, con un brano forse troppo poco sanremese. Non particolarmente incisivi gli altri due figli da talent-show V alerio Scanu , con un brano scritto dall’Amico di questa edizione Pierdavide Carone, e Noemi. Irene Fornaciari ha colpito per aver confinato i Nomadi alle sue spalle e Malika Ayane non ha osato. Orecchiabile e nulla più Arisa. Interessante Ruggeri. Da rivalutare dopo il secondo ascolto i Sonohra e Simone Cristicchi . OSPITI Anche il tasto ospiti è dolente: Susan Boyle è arrivata e ha cantato, non ci si aspettasse altro ma fa impressione pensare che fosse una delle punte di diamante di un Festival che in passato ha ospitato artiste di tutt’altro calibro. Dita Von Tesse ha fatto uno spogliarello, pardon uno spettacolo di Burlesque, a tarda notte. Roba da pensare di essere finiti su un canale a pagamento e, soprattutto, da chiedersi cosa c’entrasse con il contesto circostante. Il buon Antonio (Cassano) ce l’ha messa tutta a giocare con ironia sulla sua ignoranza e ha persino infilato un paio di consecutio temporum corrette, ma è risultato troppo impacciato. Il calciatore stupidotto ma simpatico per eccellenza resta Francesco Totti che, probabilmente, costava troppo. I momenti in cui Cassano ha affiancato la Clerici hanno tuttavia dimostrato come una spalla, per quanto goffa e poca spontanea, spezza il ritmo e aiuta la conduttrice a cambiare marcia. F ORSE NON TUTTI HANNO NOTATO CHE Antonella Clerici ha riservato un tributo verbale piuttosto netto ad Amici , mentre presentava Valerio Scanu, defininendolo il talent-show più prolifico della tv italiana. Monia Russo, la corista che l’anno scorso ha accompagnato con i suoi gorgheggi il brano Luca era gay, è tornata alle spalle di Povia.
Sanremo: apre Bonolis e la Clerici non convince

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