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Save Ukraine Art 22: da Udine il carico per salvaguardare le opere d’arte in Ucraina

Un progetto che coinvolge imprenditori, poli museali e università italiane nell’aiutare i musei ucraini a salvaguardare il proprio patrimonio dalla guerra. 

E’ nato a marzo 2022, il progetto Save Ukraine Art 22, volto a supportare i musei ucraini impegnati a proteggere le opere delle proprie collezioni. E’ partito a inizio mese da Udine, il terzo carico di materiali e attrezzature donati per proteggere e movimentare le opere d’arte in Ucraina.

Un carico composto da materiali, attrezzature e apparecchiature in grado di fornire la protezione adeguata, la conservazione, lo spostamento e l’archiviazione delle opere. Questa partenza è stata resa possibile dal coinvolgimento del Museo Peggy Guggenheim di Venezia e della sua direttrice Karole P.B. Vail, attraverso la The Solomon R. Guggenheim Foundation, ed è destinata a Kiev. Per sostenere i costi sono state importanti le donazioni di privati e soprattutto la generosità della Fondazione Accademia Carrara di Bergamo. Preziosa la continuità del lavoro del partner logistico del progetto, il Gruppo Ceccarelli, che fin dall’inizio lo ha affiancato e sostenuto attraverso i suoi centri logistici di Milano, Firenze e Udine, da dove son partiti tutti i carichi.

Il progetto è coordinato dal manager Lucio Gomiero con il fotografo Marco Gallipoli, sua moglie Ustyna Soroka e Taras Wozniack, direttore dalla Galleria Nazionale delle Arti di Leopoli e coordinatore della rete dei musei della città Unesco.

Molte di queste opere sono già state imballate e protette proprio con i materiali e le apparecchiature inviati dall’Italia“, come racconta, nel suo video-reportage pubblicato sui social e sul sito, Marco Gallipoli. Sono casse in legno per la movimentazione e trasporto, di tessuti ignifughi, di deumidificatori per mantenere la temperatura e l’umidità, di attrezzature per fotografare e schedare i beni, laptop, e quanto è utile per salvaguardare quadri, sculture, oggetti d’arte, libri ed evitare che possano essere danneggiati o dispersi.

Un ulteriore segno di solidarietà insieme a tutto quello che viene fatto dalle numerosissime organizzazioni che stanno cercando di aiutare all’interno di questa guerra ormai lunga.

 

di Sara Giudice

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