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SCHEDE DUBBIE

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Da un’inchiesta giornalistica emergono retroscena poco chiari sullo scrutinio elettronicoche per la prima volta sarà utilizzato alle politiche coinvolgendo dieci milioni di votiCi sono diverse ombre dietro lo scrutinio elettronico che interesserà circa dieci milioni di schede, un quarto del totale, alle prossime elezioni politiche del 9 aprile. A metterle in luce sono Mario Portanova e Gianni Barbacetto in un’inchiesta che esce sul numero di venerdì 24 marzo di “Diario”. Il primo dubbio arriva su una delle società scelte dal ministero per l’Innovazione e le tecnologie per effettuare lo scrutinio elettronico. “La società di consulenza statunitense Accenture in Italia ha come partner Gianmario Pisanu, uno dei figli del ministro dell’Interno Beppe – spiega Portanova -. La cosa strana è che la scelta di Accenture è avvenuta non tramite una gara ma a ‘trattativa privata’: il motivo addotto dal ministero è che ha scelto questa prassi per urgenza. Quale urgenza, visto che le elezioni di aprile arrivano al termine naturale della legislatura?”. Il secondo punto poco chiaro ai due giornalisti è legato a una questione operativa: coloro che maneggeranno le chiavette contenenti i voti, ben 18 mila incaricati, sono lavoratori con contratto interinale selezionati da Adecco. “Quali garanzie danno ai cittadini questi operatori, a chi rispondono? – conclude Portanuova -. Il voto è una questione delicata e i cittadini devono affidare la propria scelta non si sa a chi”. Ad aprile per la prima volta lo scrutinio elettronico sarà utilizzato alle politiche e avrà valore legale. Interesserà quattro regioni – Lazio, Puglia, Liguria e Sardegna – pari al 25% degli elettori.

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