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Sciopero autori Usa mette in pericolo la notte degli Oscar

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Dopo la cerimonia dei Golden Globes (18 gennaio), George Clooney potrebbe mandare all’aria anche la serata degli Oscar: l’attore americano, considerato l’ispiratore del boicottaggio della serata dei premi della Hollywood Foreign Press da parte dei divi di Hollywood, potrebbe far fallire la cerimonia più attesa di tutte, la “notte delle stelle” degli Academy Awards. Il sindacato delle star, la Screen Actors Guild, ha annunciato qualche giorno fa che i suoi 70 aderenti candidati ai Globes, il premio della associazione della stampa estera considerato il più significativo indicatore degli Oscar, non parteciperanno alla cerimonia della prossima settimana per mostrare solidarietà con gli sceneggiatori in sciopero da oltre due mesi. “Sappiamo che è Clooney la forza dietro questa decisone. Lui che ha spinto i colleghi a non attraversare i picchetti”, ha detto una fonte della Nbc. Intanto il costo economico dello sciopero cresce per tutti: secondo Variety lo sciopero del Wga (Writers Guild Of America) costerà all’economia locale da 380 milioni di dollari a 2,5 miliardi di dollari, a seconda di quanto a lungo durerà. Secondo l’Associazione Produttori Amptp le perdite in salari persi sono già di 343 milioni di dollari fino a ora per i membri dei sindacati in sciopero, arrivando a 960 milioni se si includono i potenziali salari persi dagli sceneggiatori superpagati. L’ultimo sciopero del Wga, durato cinque mesi nel 1988, era finito in una perdita di 500 milioni di dollari, in un’epoca in cui lo show business impiegava 80.000 persone. Oggi quella forza lavoro è salita a 160.000 persone che generano un’attività economica annuale di 46.8 miliardi di dollari per la Contea di Los Angeles.

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