Donna Leon è nata nel New Jersey nel 1942, vive a Venezia da una trentina d’anni, dal 1981, e da una ventina, dal 1992, scrive gialli. A oggi sono venti titoli, uno all’anno. T utti ambientati nella città lagunare, di cui la scrittrice conosce ogni angolo e ogni calle. Tutti ispirati alla bellezza mozzafiato della capitale sull’acqua, e alla fatale decadenza cui sembrano condannarla le sue fondamenta fradice, l’assalto dei turisti, l’incuria dei cittadini e l’inefficienza delle amministrazioni. A Venezia quasi nessuno sa chi sia. Di certo non la conoscono i librai, né tanto meno i lettori, perché Donna Leon – tradotta in una trentina di lingue tra cui il ceco, il finlandese, il cinese – ha imposto al suo editore il divieto categorico di pubblicare i suoi romanzi in italiano. La scrittrice preferisce tutelare la sua privacy , garantirsi una vita riservata, proteggersi dagli effetti del successo, ha ribadito di recente alla stampa internazionale che la cercava per celebrare i suoi 70 anni.
Scrivere di Venezia, ma non si deve leggere in Italia

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