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Se il MIT di Boston arriva a Bologna

Il Massachusetts Institute of Technology - credits: www.mit.edu

Il Massachusetts Institute of Technology - credits: www.mit.edu

Ipotesi di un distaccamento del celebre istituto americano in Emilia-Romagna, che avvia una ricerca congiunta sulle tecnologie intelligenti, per migliorare la qualità di vita dei cittadini.

Non è nemmeno arrivato il 2024 che a Bologna già si pensa al 2025, quando nel Tecnopolo Manifattura dovrebbe aprire un distaccamento del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, USA. Al momento Regione Emilia-Romagna e Senseable City Lab hanno annunciato il progetto condiviso per lavorare a nuove tecnologie intelligenti, basate su sensori e in grado di raccogliere dati, in modo da migliorare la qualità di vita dei cittadini. Se lo studio di fattibilità darà parere positivo, dal 2025 potrà aprire concretamente il laboratorio di Bologna.

MIT Senseable City Consortium

Si tratta, come si legge anche sul sito della Regione, di un’espansione ad ampio raggio del Mit Senseable City Lab, che sta aprendo sedi “satellite”, nell’ottica di instaurare relazioni a lungo termine con i territori ospitanti. L’intesa tra Regione e MIT prevede la stipula di due accordi:
– il primo per l’adesione al MIT Senseable City Consortium, necessario per entrare a far parte del programma in qualità di “Non-Profit and Government Member”;
– il secondo per il finanziamento di attività di ricerca e dello studio di fattibilità per individuare modalità di realizzazione e area di insediamento. Per ora la Giunta presieduta da Stefano Bonaccini ha dato il via libera formale proprio all’intesa per la fase di “esplorazione”.  Fondamentale, insieme allo studio di fattibilità, anche l’individuazione dei potenziali partner locali.

Che cosa fa il Senseable City Lab

Il Senseable City Lab è un laboratorio di ricerca omni-disciplinare del Massachusetts Institute of Technology, che svolge la sua ricerca sull’interazione tra città, persone e tecnologie ed esplora il modo in cui la diffusione dei dispositivi digitali e delle reti di telecomunicazione stanno influenzando l’ambiente urbano. Attivo da 20 anni, il laboratorio è diretto dal professor Carlo Ratti e ha attivato nel tempo collaborazioni con dozzine di istituzioni, aziende, fondazioni ed enti pubblici in tutto il mondo: dal 2004, è cresciuto rapidamente raggiungendo oltre 130 progetti completati con più di 500 pubblicazioni scientifiche.

di Daniela Faggion

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