di Giorgio Bellocci In queste ore impazza il giallo Sportitalia , che sta destando anche l’interesse dei più grandi media nazionali. Dal primo di novembre, infatti, l’emittente fondata nel 2004 dall’imprenditore tunisino Tarak Ben Ammar chiude le trasmissioni. In teoria si tratta di un semplice cambio di proprietà e denominazione, ma intorno alla vicenda si è sollevata molta confusione. Il passaggio di mano sarebbe quello dall’azienda di Ben Ammar a Lt Multimedia , già proprietaria di canali quali Alice, Arturo, Leonardo, Marcopolo e Nuvolari. L’acquisto delle frequenze su cui trasmetteva Sportitalia da parte di LtMultimedia era avvenuto già durante il corso di quest’estate e i motivi sono da ricercarsi nelle crescenti difficoltà economiche del canale. Succede però che il 29 ottobre Michele Criscitiello, il volto più noto dell’emittente, rilasci dichiarazioni estremamente ottimistiche nel corso del programma Calcio e Mercato . Un lungo discorso al telespettatore, con questo importante passaggio: ” Chiariamoci, oggi è momentaneamente l’ultima puntata di Calcio e Mercato, oggi è l’ultima puntata di Calcio e Mercato su Sportitalia. Molte volte tante aziende hanno cambiato nome passando da un nome ad un altro senza fare dei paragoni ci mancherebbe altro, ma c’è sostanzialmente una differenza che quando ci rivedremo non si chiamerà più Sportitalia 1 ma si chiamerà Sport 1…”. Messa così sembrerebbe tutto indolore, ma la realtà certificata dai media è che la nuova proprietà potrebbe non garantire il posto agli attuali professionisti di Sportitalia (80 in totale, compresi 30 giornalisti). Questo è un problema che forse non investirà Criscitiello che con ogni probabilità ha già l’accordo per rimanere nel nuovo team (e visto la sua popolarità si tratterebbe di una decisione comprensibile). E poi c’è il grosso nodo delle frequenze: infatti LtSport 1, LtSport 2 e LtSport 3, destinati a sostituire i tre canali di Sportitalia, per il momento sono visibili solo in via sperimentale sulla piattaforma Tivusat. Quando la situazione si sbloccherà, la programmazione non avverrà sul digitale ma sul satellite. Questo per una controversia giuridica legata alle frequenze sul digitale terrestre, ancora appartenenti al vecchio gruppo editoriale. Un pasticcio che giunge inesorabilmente a penalizzare tutti quegli appassionati di sport importanti (basket, pallavolo, sci, il calcio della serie B) che non vogliono o non possono arrendersi all’idea del monopolio, a pagamento, di Sky.
Se sparisce anche Sportitalia… povero telesportivo!

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