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Sempre più aspro lo scontro a Repubblica tra giornalisti e editore

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Potrebbe proseguire in settimana con altre forme di protesta lo sciopero dei giornalisti del gruppo Republica-L’Espresso. Il quotidiano non è in edicola per la decisione del Comitato di redazione che ieri ha fermato il lavoro di produzione del giornale. A fianco dello sciopero delle firme proclamato dalla categoria, i giornalisti de La Repubblica hanno inasprito la vertenza dopo avere trovato una decurtazione della tredicesima in busta paga. Una decisione dell’editore a cui si è affiancato anche un altro editore, Caltagirone. ”Non essere in edicola per due giorni consecutivi non e’ stata una scelta facile. Ma quel che e’ successo meritava una risposta dura, immediata, nettissima proporzionale alla gravita” così scrive il Cdr di Repubblica.    ”Mai nella storia delle relazioni sindacali italiane, nemmeno durante le vertenze piu’ aspre – si legge nella nota del Cdr –  le imprese avevano risposto agli scioperi dei propri dipendenti con una decurtazione della tredicesima. Lo ha fatto il Gruppo Espresso, in compagnia dell’editore Caltagirone, con un fronte degli editori spaccato su questo tema. Non e’ dunque un problema di soldi, ma un atto politico inqualificabile di sapore chiaramente intimidatorio” ”Una logica da padrone delle ferriere – prosegue il comunicato – applicata da un Gruppo che pretende di avere come ragione sociale la difesa dei diritti delle persone, della dignita’ del lavoro. Che ha un presidente che si professa liberal e vanta di avere la tessera numero uno del partito Democratico”. ”Come si possono fare battaglie politiche e giornalistiche come quella sull’articolo 18 – si chiede la rappresentanza sindacale – e poi dentro le mura di casa avere questi atteggiamenti di disprezzo nei confronti della redazione? I giornalisti di Repubblica sentono forte il disagio e l’indignazione. Non hanno piu’ intenzione di veder sperperato un patrimonio di immagine costruito in decenni di impegno civile, democratico, professionale. Siamo sicuri che i lettori capiranno che la posta in gioco e’ seria. Abbiamo gia’ dato mandato ai legali della Fnsi di valutare il merito dell’iniziativa presa dal nostro editore. Attendiamo un serio segnale di ripensamento, anche in relazione alla ormai irrinunciabile apertura di un tavolo di trattative per il contratto nazionale. La prevaricazione e i colpi bassi non portano da nessuna parte”

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