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Shopping virtuale, gli italiani pronti agli acquisti

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La crisi mette in ginocchio commercio e turismo. Solo nei primi otto mesi del 2013 hanno chiuso i battenti 50mila imprese, con un saldo negativo di 20mila esercizi, al netto delle nuove attività avviate. A fine anno, però Confesercenti teme di perdere oltre 90mila posti di lavoro. Se il commercio al dettaglio non riesce a rialzare la testa, crescono sempre di più i negozi online. Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Confesercenti, infatti, le imprese di commercio al dettaglio che vendono attraverso internet sono aumentate, negli ultimi 20 mesi, del 24,5%. In particolare, da gennaio 2012 ad agosto 2013, le attività di commercio web sono passate da 9.180 a 11.430: un saldo positivo di 2.250 unità, pari a quattro imprese in più ogni giorno. Per il segretario generale di Confesercenti , Mauro Bussoni, ” Serve un cambio di mentalità, senza innovazione non si può più fare impresa”. Le rilevazioni dell’ Istat mostrano un dato allarmante: le vendite al dettaglio hanno toccato i minimi storici da dodici anni e fanno registrare il tredicesimo calo consecutivo, numeri che contrastano fortemente con uno dei pochi segnali positivi che arrivano dal nostro Paese: +19% del fatturato e-commerce in Italia tra il 2011 e il 2012, secondo l’Osservatorio NetComm , tanto che per il 2013 è previsto un ulteriore +17%, +19% se si escludono i servizi, e un fatturato che supererà gli 11 miliardi di euro. Per Giovanni Fantasia, direttore generale di eBay in Italia “ è sempre più evidente come il commercio stia evolvendo verso la multicanalità e verso l’integrazione dei canali di vendita off-online, il che permette alle aziende di abbattere i costi di gestione e ai clienti di accedere a un vasto assortimento di prodotti convenienti e di qualità, ovunque e dovunque. Un’opportunità che è già stata colta da oltre 25 milioni di venditori professionali di eBay nel mondo” . Sempre meno un sito di aste, sempre di più una piattaforma globale di e-commerce. eBay , continua a spostare il baricentro delle sue attività verso il commercio elettronico a tutto tondo. Un marketplace nel quale si trova di tutto: oggetti nuovi o usati, di marca e non, in patria come all’estero. Sono finiti i tempi in cui si andava su eBay solo per aggiudicarsi un oggetto di seconda mano sfruttando il rilancio dell’ultimo minuto: già oggi il 70% degli annunci riguarda oggetti nuovi, venduti da privati, piccoli e grandi distributori o marchi in prima persona. Proprio la presenza dei grossi brand rappresenta,  anche nel nostro Paese, l’elemento più significativo del recente corso societario. Euronics, Pirelli, Braccialini, Bata, Marco Polo, sono solo alcuni dei nomi che oggi popolano direttamente le pagine del sito con i loro prodotti, come spiega Claudio Raimondi, Head of buyer eBay in Italia, intervistato in occasione di Christmas Gallery, l’iniziativa reale allestita a Milano a supporto dei brand presenti sulla piattaforma: “ Il cliente si sta spostando, dal mercato reale a quello virtuale. Ci rivolgiamo a rivenditori di qualsiasi grandezza, che potenzialmente possono raggiunger 120 milioni di clienti in tutto il mondo. Chi è già attivo con un canale e-commerce su eBay può ottenere una visibilità di uno o due ordini di grandezza ulteriori: si passa da migliaia di accessi a milioni di accessi al mese”. “Il commercio in Italia – sottolinea Raimondi – sta cambiando in maniera radicale e con esso il commercio su eBay. Il mobile sta diventando una tendenza molto forte, tanto che in Italia le stime parlano di un +165% nel 2013. Vale a dire che un acquisto su tre viene influenzato dal mobile’’. Il mobile-commerce rappresenta un settore con grandi potenzialità di sviluppo. Negli ultimi quattro mesi del 2012 eBay ha registrato il raddoppio degli acquisti effettuati tramite smartphone. In totale, sono stati venduti 6 capi di abbigliamento al minuto, un paio di scarpe ogni 40 secondi, una t-shirt ogni 2 minuti ed una borsa ogni 2,5 minuti. ‘’Grazie al mobile – continua Raimondi – il nostro store è a portata di mano 24 ore su 24. I numeri che stiamo realizzando sono davvero importanti e il mobile, all’interno di questi numeri, ha una quota fondamentale’ ’. La ragione, secondo Raimondi, è da ricercare in tre principali caratteristiche dell’acquisto online: la praticità, la convenienza e la disponibilità. “Praticità perché eBay è 24 ore su 24 nella tasca di gran parte degli oltre 3 milioni e mezzo di utenti attivi che tramite il proprio smartphone possono acquistare ovunque e in ogni momento. I prezzi sono più convenienti rispetto ai negozi fisici e pagando con Paypal si è sicuri di poter avere il rimborso completo dell’acquisto nel caso di problemi; se ci si ripensa inoltre, è possibile rimandare indietro il prodotto pagando soltanto le spese per il reso’’.  Tuttavia, per Raimondi, il valore aggiunto di un acquisto online sta nella ampiezza della gamma dei prodotti in vendita: “ sulla piattaforma italiana – afferma – s ono disponibili 30 milioni di prodotti. Per chi abita in una grande città può apparire banale ma per chi vive in un posto più piccolo e scomodo, l’acquisto di un prodotto può tradursi in un pellegrinaggio senza fine, senza la garanzia di concludere positivamente la ricerca. Con uno device invece, basta un semplice click e tutto il mondo è in mano’’. Nella pratica l’informatica dentro al commercio elettronico sembra essere diventata una applicazione, neanche troppo complicata, quasi una commodity alla portata di qualsiasi esercizio commerciale. “ In Italia la domanda è più evoluta dell’offerta – spiega Roberto Liscia, presidente di Netcomm –. Il consumatore si aspetta semplicità, di poter ordinare con lo smartphone , magari solo con un click. Il nostro mercato è invece drammaticamente indietro e anche nelle mani di pochi attori: 200 siti fanno il 75% del commercio totale” . Quello dell’e-commerce è un gioco per pochi giganti. “Riesce a sopravvivere su internet chi investe, ha una strategia internazionale e sa come posizionarsi sui motori di ricerca. Servono quindi investimenti e una strategia internazionale”. Per Liscia serve avere economie di scala che le nostre aziende non hanno. “ I grandi giocatori come eBay e Amazon si possono permettere di fare acquisti globali. Da noi ci sono eccellenze come Yoox nel fashion e il gruppo Banzai nella vendite di tecnologie. Ma è bene ricordare – sottolinea Liscia – che in Italia il saldo digitale del commercio è negativo per un miliardo di euro ”.  I dati Eurostat restituiscono un’immagine inquietante del gap digitale che sta distinguendo l’Italia dagli altri Paesi europei: ben il 37% degli italiani non ha usato internet del 2012, contro il 22% della media europea; solo il 33% interagisce con la Pa tramite la rete Internet, e una percentuale ancora inferiore, l’11%, ha acquistato online negli ultimi tre mesi, un terzo della media europea (35%) e un sesto degli e-shopper inglesi, che raggiungono quasi il 65%. “A una prima occhiata, lo scarso utilizzo dei servizi su internet può sembrare un problema solo infrastrutturale. L’Italia è fanalino di coda in Europa per le famiglie dotate di banda larga: una su due, il 55%” afferma Liscia. Un dato consolante è il salto nel futuro del consumatore. In pratica gli italiani non hanno più paura del commercio elettronico. I dati dell’osservatorio Netcomm confermano che è cambiata completamente la percezione. Sono 13,5 milioni di italiani che acquistano online (+35%) su un totale di 30 milioni di consumatori. In pratica uno su due si dà allo shopping elettronico. La massa critica è stata raggiunta. L’era del passaparola è finita.

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