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Si chiama I.D.R.O. e frena la siccità

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Il progetto partito dalla Sicilia promette di sfruttare in maniera ottimizzata l’acqua per uso agricolo

Un uso più attento dell’acqua, ricavata anche da nuove fonti, e un impiego strategico della tecnologia per controllarne l’impiego nei campi. È questo il cuore del progetto I.D.R.O., sviluppato in Sicilia grazie al lavoro congiunto del Distretto Agrumi di Sicilia, dell’Università di Catania e della Fondazione Coca-Cola.

Questo sistema integrato impiega tecnologie avanzate per recuperare, trattare e ottimizzare l’uso delle risorse idriche nei campi. Centrale la capacità di rendere utilizzabile anche l’acqua salmastra, attraverso impianti mobili di desalinizzazione basati sull’osmosi inversa; bacini inutilizzati o scarti idrici aziendali, rendendoli disponibili grazie a sistemi naturali di fitodepurazione, che impiegano piante come il papiro.

Le soluzioni attive a livello idrico si affiancano alle soluzioni di monitoraggio dei reali bisogni di acqua attraverso l’uso di droni, sensori e stazioni meteo. In questo modo è possibile gestire l’attività di irrigazione in modo più mirato, bagnando dove ce n’è bisogno, quando ce n’è bisogno e limitando al massimo gli sprechi.

I.D.R.O. (che sta per Innovazione, Desalinizzazione, Recupero, Ottimizzazione) è già stato avviato nella Piana di Catania. Se funzionasse nel lungo periodo potrebbe costituire una delle soluzioni contro il depauperamento delle riserve idriche dell’isola. C’è chi solleva dubbi di sostenibilità per i costi dei processi di desalinizzazione, ma i dati si potranno giudicare solo nel medio-lungo periodo.

di Daniela Faggion

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