Apple non ha vita facile in Cina: il tribunale di Pechino non ha concesso la revisione del brevetto di Xiao i Robot, software per smartphone simile a Siri e prodotto dalla lacole Zhizhen, che spera proprio di far concorrenza all’assistente vocale di iPhone. Secondo Zhizhen, la Mela abusa del titolo di ‘assistente vocale’, poiché Siri sarebbe ispirato a Xiao. La denuncia della compagnia asiatica risale al 2012, quando fallì un tentativo di negoziazione con Cupertino: la decisione della corte potrebbe portare a uno scontro legale vero e proprio, oppure a un accordo che garantisca i diritti di Zhizhen (in buona sostanza commercializzare il suo software accanto a Siri, anche su Apple Store) ed eviti a Apple la brutta figura in fase di giudizio e una multa salata. La casa americana non è nuova a disavventure legali in terra cinese : nel 2012 venne condannata a risarcire Proview, proprietaria del marchio iPad all’ombra della Grande Muraglia, per 60 milioni di dollari. Zhizhen ha depositato il brevetto di Xiao i Robot nel 2004, mentre il programma venne riconosciuto dalle autorità locali nel 2006 e sviluppato poi per Msn, Yahoo!, iOs e Android, con le stesse tecnologie con cui opera l’assistente vocale di iPhone. Poi arrivò la Mela, alla conquista del mercato asiatico e con la pretesa di fare piazza pulita dei concorrenti. Ma a Cupertino non avevano fatto i conti con la giustizia cinese.
Siri cade nelle maglie della giustizia cinese

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