Il consiglio Ue dei Trasporti svoltosi a Lussemburgo e candidato a prendere una netta posizione sull’eterna questione del geolocalizzatore satellitare Galileo si è concluso con un nulla di fatto. A bloccare la svolta proposta a giugno dal commissario Jacques Barrot a giugno sono stati i timori tedeschi sul fatto che le industrie del paese traggano o meno vantaggi corrispondenti al contributo dato dalla Germania all’Esa, agenzia europea che si occupa della distribuzione dei compiti fra le imprese dei veri paesi. “Tutto è rimandato al consiglio di novembre”, ha chiarito Barrot. “Gli Stati membri hanno detto di considerare utile mantenere la rotta così da poter tirare delle conclusioni entro la fine del semestre. All’unanimità hanno detto che la strada intrapresa è quella giusta”, ha aggiunto Mario Lino, ministro dei Trasporti portoghese e presidente di turno del consiglio. L’Italia da parte sua rimane ottimista, secondo quanto emerge dal viceministro nostrano dei Trasporti, Cesare De Piccoli “la riunione è stata positiva, tutti sono intervenuti ed hanno espresso volontà di proseguire nel dotare l’Ue di un sistema satellitare al pari di Stati Uniti, Russia e Cina”. ”Qualche componente di rischio c’è”, ha proseguito il viceministro, “ma siamo certi che nel 2012-2013, con 2,4 miliardi vi è ragionevole certezza che il progetto sarà finanziato e operativo”
Soluzione Ue su Galileo trova tedeschi indecisi

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