Spotify, il servizio online di musica in streaming, è stato colpito dagli hacker. La compagnia svedese ha rivelato che dettagli personali degli utenti come e-mail, date di nascita e indirizzi, sono stati rubati dall’archivio del sito. Non si hanno finora dettagli riguardo i numeri di carta di credito , consegnati dagli utenti per l’accesso al servizio premium del sito, e detenuti da una società terza, il cui spazio informatico non ha subito danni né sgradevoli attenzioni da parte di pirati informatici. Spotify ha porto le scuse ai propri visitatori, invitando gli utenti registratisi prima del 18 dicembre del 2008 a modificare la password d’ingresso. La violazione di sicurezza risalirebbe infatti alla fine dello scorso anno, ma Spotify si è accorta del danno subìto solamente alla fine della scorsa settimana. “ Non siamo stati attaccati direttamente, ma attraverso altri siti, quindi non sappiamo chi siano queste persone né da dove vengano – ha dichiarato a Bbc News Jim Butcher, responsabile comunicazione della compagnia – Non era qualche ragazzino che gioca col computer, ma qualcuno che ha speso centinaia di ore studiando come entrare nel nostro sistema ” Spotify, lanciato nel 2006, conta più di 1 milione di utenti registrati (250 mila nella sola Gran Bretagna), che possono accedere alla musica gratis, con i pezzi interrotti da brevi spot pubblicitari, oppure pagando 12 euro al mese e godendo illimitatamente del servizio ad-free. Il danno per l’azienda svedese è potenzialmente elevato, soprattutto a livello d’immagine. Ecco perché si cerca di minimizzare, chiarendo come il numero di account colpiti sia minimo: “ Come noto, noi non conserviamo le password, e queste non sono mai state mandate a spasso per siti non criptati, ma non possiamo garantire la totale inaccessibilità del sistema ” ha spiegato Butcher. Proprio la sicurezza dei dati personali è il grande problema con cui internauti e gestori dei siti web devono confrontarsi sempre più spesso. In una realtà sempre più connessa con la rete, in cui su internet si fanno spese di ogni genere, si partecipa a forum e social network, la tutela (non solo per ipotetiche perdite di denaro) della privacy e la salvaguardia della propria identità (digitale) è un nodo centrale per migliorare il rapporto tra mezzo e utenti, integrando sempre più fluidamente web e quotidiano.
Spotify vittima degli hacker

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