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STAMPA BLINDATA

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Il consiglio dei ministri vara oggi il disegno di legge che blinda le intercettazioni einasprisce le sanzioni per i giornalisti che le pubblicano. Niente pene per gli editoriGiro di vite sulla pubblicazione delle intercettazioni. La bozza del disegno di legge, voluta dal guardasigilli Clemente Mastella e in votazione nel corso del consiglio dei ministri di oggi (venerdì 28 luglio), blinda le intercettazioni e inasprisce le pene per i giornalisti che pubblicano documenti coperti dal segreto d’indagine. Il disegno di legge cambia l’articolo 114 del codice di procedura penale impedendo la divulgazione “anche parziale, per riassunto oppure nel contenuto” delle intercettazioni “fino alla conclusione delle indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare”. Il divieto interessa anche gli atti presenti nel fascicolo del pubblico ministero. Le intercettazioni dovranno essere custodite in un archivio ad accesso riservato. Per il cronista che pubblichi le intercettazioni e il direttore della testata o il vicedirettore che non ne abbiano impedito la divulgazione è prevista un’ammenda che va da un minimo di 5 mila a un massimo di 30 mila euro. Nel caso il divieto di pubblicazione sia violato da una grossa testata o da un importante tg, la sanzione può arrivare a 90 mila euro. Sarà il garante della privacy a decidere l’importo della sanzione e, nel caso di condanna, la testata colpevole dovrà comprare inserzioni su altri organi di stampa e dare la notizia. Non è invece prevista alcuna sanzione, neanche indiretta, per gli editori delle testate. Questi saranno coinvolti solo se il giornalista viene condannato dal garante della privacy e si darà il via a un processo, penale o civile, davanti al giudice.

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