di Giorgio Bellocci Vedi Marco Giusti seduto in un bar milanese, intento a gustarsi un’insalata, e irresistibile sorge il desiderio di salutarlo, esprimergli gratitudine per lo splendido lavoro di tutti questi anni (come autore televisivo) e incalzarlo con domande sul magnifico Stracult, conclusosi venerdì 6 settembre con lo speciale sul Festival di Venezia. Non rimango deluso per aver seguito l’impulso: Marco, oltre a essere un grande conoscitore di cinema e mente brillante, è un vero signore. Felice di condividere per qualche minuto le gioie che il cinema offre e di rivelare qualche piccolo aneddoto sul rotocalco di Rai 2, in onda ininterrottamente dal 2000 nel periodo estivo. Stracult negli anni è stato presentato come un programma, certo di alto livello, dedicato al cosiddetto cinema di serie B. In parte è vero, perché specie nelle prime stagioni i servizi monografici al suo interno privilegiavano i vari Alfonso Brescia, Nando Cicero, Bruno Corbucci, tra i registi, piuttosto che i Bertolucci, i Moretti e i Tornatore. Lo stesso dicasi per gli attori, con una predilezione per le eroine successivamente celebrate anche da Quentin Tarantino in molte interviste: Barbara Bouchet, Edwige Fenech, Nadia Cassini, ecc. Ma nelle ultime stagioni di Stracult si è completato il diabolico piano di Giusti, che è fine intellettuale senza la tipica spocchia del genere: lui può permettersi di amare il genere b-movie, e di dissertarne, perché ama e conosce il cinema di alto livello. Non gli sfugge la differenza tra Resnais e Cicero, ma non mortifica quest’ultimo. Così sempre più di frequente in Stracult si sono visti attori e registi di un cinema alto partecipare al rito del revival con quell’occhio se non benevolo almeno leggero, che gli addetti ai lavori non potevano avere negli anni ’70. Lo stesso Giusti ha buon gioco nel rammentare che Franco Franchi e Ciccio Ingrassia hanno anche lavorato da soli o in coppia con fior di registi (Fellini, Pasolini, Comencini, Taviani, Petri). O che Tomas Milian (di casa a Stracult ) è stato Er Monnezza, ma al tempo stesso è apprezzato da raffinati filmaker con cui ha lavorato. Solo per fare degli esempi. E con l’ultimo boccone di insalata, Marco confida all’interlocutore che lo ha molestato di essere a sua volta dispiaciuto di dover aspettare l’estate prossima per il nuovo Stracult.
Stracult forever, per intenditori!

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