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Telecom: dopo l’addio di AT&T è caos

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Secondo giorno di assemblea a Rozzano, nell’hinterland milanese. Confermati Buora e Ruggiero, si vota per Pasquale Pistorio successore di Guido Rossi. Il titolo Telecom ko in Borsa. Le reazioni discordanti della politica e le incertezze di Colaninno. Gli americani fanno dietro front. AT&T rompe i negoziati con Olimpia con 15 giorni di anticipo rispetto alla scadenza dell’esclusiva, motivando la rinuncia al 33% della holding con le “incertezze normative” citate da Randall Stephenson, ceo di AT&T Inc. Rimangono in pista i messicani di America Movi, che coinvolgono nell’operazione anche Telex, gruppo satellite dell’impero di Carlos Slim. Buora e Ruggiero confermati. Ai vertici di Telecom Italia sono stati confermati Carlo Buora e Riccardo Ruggiero, per sapere il nome del successore di Guido Rossi bisognerà aspettare la giornata di oggi quando per l’elezione del presidente si deve riunire il cda in prima convocazione. Bilancio ok, titoli ko. Gli azionisti di Telecom Italia hanno approvato a maggioranza il bilancio 2006, chiuso con un utile netto consolidato di 3,014 miliardi e un indebitamento finanziario netto di 37,3 miliardi. In apertura della giornata di Borsa, però, il titolo Telecom Italia ha fatto segnare un ribasso del 3,5% mentre Pirelli ha ceduto il 4,4% Prodi commenta da Tokyo. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, in una breve conferenza stampa a margine della sua visita in Giappone, commenta il ritiro della compagnia telefonica americana dalla gara per Telecom: “Non sono rimasto eccessivamente sorpreso dal ritiro americano. Avevo avuto l’impressione che si trattasse più di un interesse messicano, di una iniziativa messicana a cui si aggiungeva una azienda Usa e non sono rimasto eccessivamente sorpreso dal ritiro americano, ma potrei sbagliarmi”. A proposito del futuro assetto di Telecom, si augura “Che almeno una impresa di telecomunicazioni rimanga in mano italiana è un augurio doveroso da parte di chiunque. Poi vinca il migliore” Per Capezzone meglio Telefonica. Daniele Capezzone, presidente della commissione attività produttive della Camera, che aggiunge le affermazioni di Prodi e di vari ministri hanno determinato una situazione di stallo preoccupante. “Dopo la sconfitta rappresentata dal no di At&T, l’Italia assume ormai contorni paragonabili a quelli del Venezuela di Chavez. Perfino un gigante mondiale come AT&T ha detto basta. A questo punto c’è da chiedersi se e quale investitore straniero avrà il coraggio di portare un euro o un dollaro in Italia. Su un altro piano, è sempre più chiaro che l’asse Bazoli-Prodi è sul punto di spadroneggiare; e che la cosiddetta ‘soluzione di sistema’ è un modo di coinvolgere nell’operazione i Ds e Forza Italia. Per conto mio, continuo a ritenere che la soluzione più interessante dal punto di vista industriale (per caratteristiche, dimensioni e presenza geografica sul mercato delle due aziende) sarebbe un’intesa con la spagnola Telefonica. Vedremo se le ragioni del mercato saranno ancora una volta travolte e schiacciate” Colaninno prende tempo. Il presidente di Immsi, Roberto Colaninno da New York durante il road show della Borsa italiana, ha definito l’investimento in Telecom “un’opportunità importante, a certe condizioni, ma molto lontana. La guardiamo, ma ce ne sono anche molte altre. Telecom è una società interessante, ma non so se possa essere gestita con le caratteristiche industriali che vogliamo noi”

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