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Telecom scorporerà la rete. Pace fatta nel patto di sindacato.

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L’autorità per le telecomunicazioni avrà il potere di costringere Telecom Italia a scorporare la rete di telefonia fissa dalle altre attività. Allo scopo verrà scritto un emendamento inserito in un disegno di legge già all’esame del Parlamento, probabilmente quello sul riassetto dell’Authority. Il governo ha dunque deciso che la gestione della rete deve rimanere sotto un controllo indipendente , almeno sul piano operativo. I dettagli si conosceranno nelle prossime ore. E’ uno schema a incastri sul piano giuridico poiché la stessa autorità per le Tlc sta da tempo affrontando il tema del monopolio del cosiddetto ultimo miglio da parte di Telecom. Inoltre c’è la questione della partecipazione pubblica a Telecom e del riassetto azionario, che a sua volta si riflette sulle offerte d’acquisto americane e interne. Insomma, una situazione complessa che pare avere almeno per ora un punto fisso: la rete di cavi deve essere resa accessibile a tutti, ed è considerata un asset strategico per il Paese . L’autorità inoltre, chiarisce il ministero delle Comunicazioni , avrà il potere “di stabilire le regole e le relative misure organizzative per assicurare che la rete di accesso sia gestita con criteri di neutralità, di autonomia e di separazione funzionale dalle altre attività dell’impresa titolare di notevole forza di mercato”. Regole che ”assicureranno parità di trattamento per tutti gli operatori che chiedono accesso ed includeranno anche la definizione del perimetro delle attività soggette a separazione”. La soluzione che vede maggiori adesioni è il modello inglese: all’ex monopolista British Telecom non è stato imposto di cedere la rete ma ha dovuto affidarne la gestione a una divisione separata del gruppo vincolata a un rigido sistema di regole per garantirne una gestione indipendente. Il ministero delle Comunicazioni ribadisce che l’emendamento “è stato elaborato in piena sintonia con la Commissione Europea”. Interverrà sui poteri dell’Autorità Tlc e non direttamente su Telecom. Sarà poi l’Authority, un “regolatore indipendente”, come chiede Bruxelles, a definire una soluzione, sulla base dell’analisi delle condizioni di mercato e del confronto avviato dallo scorso ottobre con gli operatori del settore, a definire una soluzione. Lo fara’ entro l’anno: “Oltre quella data non si può andare”, dice il presidente Corrado Calabrò . “Il Codice delle comunicazioni verrà così aggiornato, in linea con gli orientamenti comunitari”, spiega il ministro Paolo Gentiloni . “Nessuna regola decisa per decreto – conferma – ma l’affermazione del ruolo dell’Autorità indipendente di regolazione, indispensabile alla luce del confronto sulla separazione della rete che è in atto da sette mesi”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta ha detto che il governo non ha puntato sulla scorciatoia di un intervento per decreto perché “non c’è la necessità e l’urgenza per affrontare questo tema in modo straordinario. Il rispetto del mercato e’ totale” . Questo pomeriggio c’è stata la riunione del patto di sindacato di Pirelli che detiene l’80% di Olimpia. L’incontro era stato convocato per discutere delle  strategie di dismissione di partecipazioni. Al termine dell’incontro  Pasquale Pistorio, vicepresidente di Confindustria e accreditato come possibile futuro presidente di Telecom dopo le dimissioni di Rossi, è rimasto due ore nella sede del gruppo della Bicocca in via Negri a Milano.  Secondo alcune fonti lo strappo tra Mediobanca, Generali e Olimpia si e’ ricomposto . Il patto di sindacato di Pirelli, hanno riferito alcune fonti, si e’ svolto in un ”clima sereno” e Gabriele Galateri e Giovanni Perissinotto, che ne avevano chiesto la convocazione, si sono limitati a invitare a una maggior collegialita’ rispetto alla partecipata Olimpia. Nessuna frattura tra i soci che nell’assemblea di lunedi’ voteranno uniti la lista dei candidati al consiglio di amministrazione di Telecom. ‘Avete visto cosa e’ uscito dal patto di consultazione” ha commentato il presidente di Piazzetta Cuccia Gabriele Galateri lasciando la sede di Pirelli, rimarcando quanto gia’ emerso nella vigilia. Non giova a nessuno farsi la guerra e alla fine la lista proposta da Olimpia sara’ votata all’unanimita’ dai soci del patto di consultazione perche’ se da una parte ha escluso Guido Rossi, contiene peraltro i nomi del condirettore generale di Mediobanca, Renato Pagliaro, e dell’amministratore delegato di Generali, Perissinotto. Pochi minuti dopo l’uscita di tutti i membri della direzione del patto e’ giunto Pasquale Pistorio, vicepresidente di Confindustria e indicato da molti come presidente in pectore di Telecom. Un lungo colloquio durato circa due ore e terminato senza rilasciare commenti. Piu’ breve la riunione del patto, circa un’ora, dove e’ stata notata l’assenza di Giovanni Bazoli , presidente del consiglio di sorveglianza di IntesaSanpolo (impegnato domani nell’approvazione del piano di impresa 2007-2009). Il professore ha avuto una giornata fitta di impegni e in mattinata, a margine della riunione del patto di sindacato di Rcs MediaGroup, circa le trattative che l’istituto sta conducendo con gli americani di At&t e America Movil ha detto:”Non credo che ci siano novita”’. Il lavoro dei professionisti della superbanca con gli avvocati proseguira’ anche nel fine settimana. L’ipotesi a cui Intesa SanPaolo sta lavorando e’ quella di acquistare, insieme con altre banche, il rimanente terzo di Olimpia da Pirelli ed Edizione Holding ma il nodo della governance ha imposto un rallentamento proprio quando sembrava vicino un accordo. Anche Mediobanca prosegue nei suoi contatti cercando una soluzione in vista del 30 aprile quando scattera’ il diritto di prelazione sul 66% di Olimpia. Si registra, dopo il no comment di Telefonica, anche quello di France Telecom. ”Come al solito non facciamo mai commenti a rumors di mercato” hanno detto all’ANSA fonti dell’operatore francese su un possibile intervento nel riassetto dell’azionariato di Telecom. ”Non e’ strategica” ha invece dichiarato Romain Zaleski e della sua partecipazione, che puo’ restare in ombra in quanto inferiore al 2%, ”puo’ cambiare ogni giorno”. ”Non andro’ in assemblea” ha aggiunto Zaleski aggiungendo che non deleghera’ nessuno per farlo. A Piazza Affari la settimana si e’ invece chiusa con un risveglio dell’interesse per il titolo che e’ tornato a salire chiudendo in progresso dell’1,74% a quota 2,3910 euro con un boom di scambi (oltre il 5%) influenzato, ricordano i trader, dall’imminente stacco della cedola (il 23 aprile). ”La partita si gioca su altri tavoli – sembrano convinti gli analisti – e rialzi e scambi come quelli di oggi sono per lo piu’ frutto di speculazione veloce”   In Borsa il titolo Telecom ha registrato un forte volume di scambi , in vista dell’assemblea degli azionisti di lunedì che nominerà anche il nuovo consiglio di amministrazione. Il titolo ha chiuso in rialzo del 2% a 2,391 euro; sono passate di mano circa 689 milioni di azioni, pari al 5,1% del capitale, dopo il 2,2% già passato di mano ieri. Praticamente i soli volumi di Telecom hanno pesato per poco più di un terzo degli scambi complessivi di Borsa Italiana (1,7 mld le azioni scambiate). Quasi inesistente l’attività al mercato dei blocchi (oggi è transitato un solo blocco di 1,5 milioni di azioni). In calo dello 0,6% invece Pirelli, che ha chiuso a 0,9015 euro. Posti in piedi a Rozzano. Telecom si prepara a vivere una assemblea da record, in un clima da stadio. Lunedì la sede della compagnia telefonica sarà il teatro di un confronto fiume fra vertici e azionisti che, nelle attese della vigilia, potrebbe diventare estenuante. Oltre mille gli iscritti a parlare, per un totale stimato di oltre venti ore di interventi, considerando una media di 10-15un’assemblea record a Rozzano. minuti a persona Delegati d’eccellenza. L’assemblea, chiamata ad approvare il bilancio 2006 e, soprattutto, a rinnovare il cda in una fase cruciale per il futuro di Telecom, sarà presa d’assalto dal popolo dei piccoli azionisti. A guidarli ci saranno tutti i testimonial eccellenti che hanno deciso di spendere il proprio nome per difendere le ragioni dell’azionariato diffuso: da Dario Fo e Franca Rame, titolari di 500 azioni, a Beppe Grillo, che da mesi raccoglie deleghe attraverso il suo blog, fino a Sergio Cusani, da tempo impegnato in progetti di finanza etica, e al leader dei consumatori Elio Lannutti. Non solo tex-mex. L’evento, su cui ovviamente da giorni sono accesi i riflettori per l’interesse della politica, della finanza e dei media italiani, sarà anche al centro dell’attenzione oltre oceano, per il coinvolgimento nella partita per il controllo della compagnia di At&T e America Movil, oltre che in mezza Europa, per le mire di tutti i giganti delle comunicazioni del vecchio continente: dopo la spagnola Telefonica i rumors parlano anche di France Telecom Per il segretario dello Sdi Enrico Boselli “In Italia è scoppiato il caso Telecom che rappresenta un esempio di come si sia mal gestita una privatizzazione. Sin dall’inizio non ci si è posti il problema di separare la proprietà della rete da quella dei fornitori di servizi ed ora con una riscoperta del problema derivata da ansia per l’intervento di societa’ straniere, se lo si fa come lo si deve fare si rischia di passare per protezionisti. Di fronte alla globalizzazione – prosegue – non si devono contrapporre rigidità. Anzi, occorre rispondere a questi cambiamenti con una maggiore flessibilita’ a tutti i livelli, non solo sul terreno dei lavori, ma anche su quello delle istituzioni sociali e familiari”.  Per l’ex ministro delle Telecomunicazioni Maurizio Gasparri “Le parole di oggi del sottosegretario Enrico Letta confermano la sconfitta della linea interventista del Governo sulla Telecom e ci danno pienamente ragione. Dopo che Di Pietro e Gentiloni avevano annunciato un decreto legge e dopo le parole di Prodi sugli espropri della rete, che avevano portato anche all’alterazione delle quotazioni del titolo – ha aggiunto Gasparri – c’è voluto un intervento del Commissario Europeo per scongiurare un intervento del Governo sulla vicenda Telecom”. La vicenda Telecom è poi al centro di due distinte audizioni , fissate per mercoledì, del ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni alle commissioni parlamentari. Oltre a quella in commissione Lavori pubblici del Senato convocata per le 14.30, nel tardo pomeriggio, alle 19.30, Gentiloni sarà ascoltato dalla commissione Trasporti della Camera. La convocazione della commissione di Montecitorio specifica che si parlera’ delle ”prospettive relative agli assetti proprietari del gruppo Telecom Italia”.

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