La rete è sempre più il mezzo privilegiato per il giornalismo investigativo: ora anche il settimanale The New Yorker , sulle orme di WikiLeaks , offre un servizio per spedire materiali e documenti in forma anonima, così da proteggere le fonti. Il magazine, più noto per i suoi approfondimenti culturali che per i reportage cronachistici, ha deciso di creare un canale privilegiato con eventuali informatori , “ un luogo online a cui la gente può mandare documenti e messaggi al magazine e noi, in cambio, offriamo un grado ragionevole di anonimato” , come dicono i suoi stessi inventori. Per usufruire del servizio si deve accedere alla rete Tor, che permette di navigare in anonimo crittografando i dati, poi entrare in Strongbox e caricare i file attraverso l’inserimento di un codice generato automaticamente (secondo una sequenza casuale). Il materiale viene così depositato su appositi server Condè Nast, editore del giornale. Julian Assange, insomma, ha fatto epigoni.
The New Yorker fa WikiLeaks con Strongbox

Abstract futuristic world & technology business background and space for text, vector illustration