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The Voice, il talent al buio

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La linea l’ha spiegata bene Piero Pelù: “ Questo non è un talent, questo è un programma musicale. Anzi è il primo programma, dopo molti anni, dove a contare non è l’immagine, ma solo la vocalità e dove si lavora per creare un rapporto diretto tra musica e creatività. Solo per questo ho accettato di partecipare ”. Parole di un rocker che si è sempre tenuto lontano dal sistema televisivo che danno la misura delle ambizioni di The Voice of Italy . È il nuovo show di Rai 2 in partenza questa sera, che si trova ad affrontare due obiettivi grandi come una montagna: riproporre uno show musicale dopo il passaggio di X Factor a Sky e il fallimento di Star Academy e porsi da base per la ricostruzione della rete stessa, in crisi di identità e di ascolti. La rete ha cercato di mettere in campo le sue maggiori potenzialità. Prima di tutto la squadra dei coach-capitani: oltre a Piero Pelù, Raffaella Carrà, Riccardo Cocciante e Noemi. In secondo luogo, il meccanismo: in qualche punto somiglia al talent in onda su Sky, ma si basa su un sistema che ha avuto successo in tutto al mondo:  la scelta al buio dei concorrenti . I coach selezionano i propri allievi sentendo solo la voce, girati di spalle seduti su enormi poltrone, e si girano solo se vogliono quel cantante in squadra. A condurre il programma ci sarà l’attore Fabio Troiano nell’inedita veste di inviato a bordo-studio e la v-reporter Carolina Di Domenico che terrà i collegamenti con il mondo del web. 

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