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Tienanmen, la censura cinese è ancora forte

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Oggi ricorre il 24esimo anniversario della rivolta di piazza Tienanmen ovvero quella serie di manifestazioni di protesta, guidate soprattutto da intellettuali e studenti, che sconvolsero la Cina tra il 15 aprile e il 4 giugno del 1989. Il partito comunista cinese, tuttavia, non sembra così felice di ricordare questa ricorrenza e, come ogni anno, ha fatto sì che la censura prendesse il posto del ricordo. Il controllo delle autorità cinesi è capillare sia online che offline e non si esaurisce unicamente nel divieto assoluto di manifestazioni per l’anniversario. La polizia cinese, ad esempio, ha bloccato il cancello del cimitero di Wanan, a ovest di Pechino, dove di solito i familiari delle vittime si recano per ricordare il sacrificio dei propri cari. Secondo l’agenzia di stampa Afp, inoltre, il cancello è presidiato da ufficiali della polizia che parlano inglese ed impediscono ai giornalisti stranieri di filmare. La censura è potente anche sul web e ha a oggetto soprattutto Sina Webo . Sul popolare social network le autorità cinesi hanno vietato parole come ” Tienanmen ” oppure ” candela ” fino ad arrivare addirittura a proibire parole come ” oggi ” o ” domani ” . Molti cittadini, tuttavia, sono riusciti a sfuggire alle trame della censura cinese postando immagini e video anche su social network stranieri, a partire da Twitter, anche in modo ironico. L’immagine più riuscita, probabilmente, è quella che raffigura la famosa foto del rivoltoso sconosciuto posto di fronte ai carri armati dell’esercito cinese che, tuttavia, sono stati sostituiti da delle papere di gomma gialle. L’immagine, pur essendo bloccata dalla censura cinese, è riuscita a filtrare sui mezzi di comunicazione occidentali.

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