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Tornano nei campi italiani miglio e avena grazie al progetto europeo “Re- Cereal”

La coltivazione di avena, miglio e grano saraceno sta nuovamente attirando l’interesse degli agricoltori delle regioni alpine di Austria e Italia. Una notizia a beneficio dei 233.000 ciliaci ad oggi diagnosticati sul territorio italiano. Nei pressi di Montagnana, in Veneto, la coltivazione del miglio si è ritagliata il suo spazio tra le grandi piantagioni di grano e mais. 

Alcune delle aziende agricole della zona hanno partecipato al Progetto europeo “Re-Cereal” per reintrodurre la coltivazione di questi cereali nelle regioni intorno alle Alpi italiane e austriache. L’iniziativa “Re-cereal” non mira solo ad incrementare la biodiversità reintroducendo le colture tradizionali, ma è anche un progetto scientifico e si inserisce nel programma di cooperazione dInterreg V-A Italia-Austria 2014. Il programma promuove lo sviluppo equilibrato e sostenibile e l’integrazione armoniosa nell’area di confine tra Italia e Austria ed é stato finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e da contributi pubblici nazionali. Ora si raccolgono i frutti di questi anni di lavoro grazie al lavoro del centro di ricerca di Trieste di una delle aziende piu importanti d’Europa, leader nella produzione di alimenti senza glutine. 

Per oltre due anni il centro di ricerca ha analizzato le proprietà genetiche, agronomiche e nutrizionali di dieci diverse varietà di grano saraceno e di dodici varietà di miglio. Sono state condotte prove varietali su miglio e grano saraceno nelle tre regioni interessate dal progetto: Alto Adige, Carinzia e Friuli Venezia Giulia. 

I risultati della ricerca hanno portato al riconoscimento del potenziale agricolo di questi cereali e alle loro proprietà antiossidanti. Nel corso del progetto è emerso che varietà selezionate di grano saraceno, pseudocereale senza glutine, sono particolarmente ricche di rutina, un glicoside flavonoico e colorante vegetale secondario dalle proprietà antiossidanti. Il miglio invece secondo Silvano Ciani, ricercatore del progetto é una coltura che risponde molto bene anche in condizioni di stress. Elemento da tenere presente rispetto ai periodi di siccità avuti quest’estate e che potrebbero ripetersi anche in futuro. 

 

di Sara Giudice

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